Governo. Boschi: pronti alla sfiducia su Bonafede
Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Iv: l’impressione, ormai, è che non conti più tanto il merito del nodo-prescrizione, ma che sia diventato un problema politico, quasi personale, con Conte. È così?
Per noi è un problema di merito che, peraltro, ho posto io personalmente alla prima riunione, i primi di ottobre. Conosco Giuseppe Conte da quando faceva il professore e non ho alcun problema personale con lui. Certo, giovedì ha usato parole durissime e fuori luogo. Ricorda quante volte Salvini e Di Maio non sono andati in Cdm nel suo primo governo? Non mi pare che abbia reagito così. Ma può capitare. Il punto è che il Pd sta diventando grillino sui contenuti, specie sulla giustizia. Questo per noi significa la sconfitta del riformismo. E la fine del garantismo. Noi parliamo di politica, non di maleducazione.
La modifica della prescrizione inserita nel ddl sul processo penale non è un segnale distensivo? Conte dice che «le porte sono aperte»...
Quella modifica è incostituzionale: lo sanno tutti. Noi non la votiamo. Peraltro, a prescindere dal nodo prescrizione, la riforma approvata del processo penale è criticata da tutti. Non era facile scontentare allo stesso tempo avvocati e magistrati e spaccare il governo. Le porte? Credo che Conte voglia più che altro aprirle ad ad altri. È legittimo. Ma è lui a spingerci fuori.
Presenterete o no la mozione di sfiducia al ministro Bonafede? E voterete la proposta Costa?
Voteremo la legge Costa. E quando torneremo sulla giustizia, affronteremo il nodo Bonafede. Abbiamo qualche settimana ancora davanti a noi. Ora noi ci concentriamo sulla politica economica.
Ma non sarebbe più logico, a questo punto, negare subito la fiducia sul Milleproroghe'?
E perché mai? Noi non abbiamo sfiduciato Conte. Ripeto: il nostro obiettivo non è la crisi, ma la difesa dei diritti dei cittadini di fronte alla legge, a cominciare da quelli delle vittime. Noi abbiamo detto no al giustizialismo, non al Milleproroghe.
Ma come se ne esce? Conte mi sembra molto sicuro di sé. Ho anche tentato, personalmente, fino all’ultimo, di aiutare una composizione con una mediazione a portata di mano. Ma l’intervento durissimo del premier mi fa pensare che lui sia sicuro di poterla gestire da solo. Spero che ci riesca, per il bene del Paese. Temo però che stia facendo male i conti.
Perché Renzi ha invitato Conte a formare un’altra maggioranza, un Conte-ter?
Renzi è stato accusato di voler stare in maggioranza per le nomine. Da premier, scelse i capi delle principali aziende pubbliche individuando manager che hanno riscosso un successo straordinario come Descalzi, Starace, Del Fante. Renzi ha concorso alla scelta di Mattarella, Gentiloni, Sala. Con questa esperienza, può fare una crisi per scegliere un revisore a Terna? Renzi ha dovuto rispiegare questo. Quanto al Conte-ter, mi pare sia una suggestione di chi oggi sta a Palazzo Chigi, l’audio di Casalino mi pare indicativo. Sarebbe il terzo cambio di maggioranza in un anno e mezzo con lo stesso premier.
Ma cosa chiedete, al dunque, al di là della prescrizione? Un diverso peso politico rispetto a M5s dopo le regionali di gennaio?
Di non essere populisti. Perché il populismo su immigrazione, economia, giustizia fa danni al Paese. Dovevamo governare in nome della discontinuità, ma su giustizialismo e decreti sicurezza siamo sempre fermi. E la ministra Bonetti, che prova a parlare di famiglia e natalità, è bloccata dalle polemiche della maggioranza. Noi vogliamo che ci si sbrighi a dare risposte concrete ai cittadini.
C’è un problema di rapporti con il Pd di Zingaretti?
Il Pd ha scelto di tradire la linea dei nostri governi sulla giustizia per difendere M5s e Bonafede, che sono in difficoltà. Le prossime primarie temo che le vedremo su Rousseau, di questo passo.
Dia un consiglio a Conte e Bonafede su come aprire una fase nuova.
Rispetto entrambi, siamo amici da anni. Vorrei dire loro come se fossimo nei corridoi di Giurisprudenza 15 anni fa: ragazzi, fermatevi qui, finché siete in tempo. Sicuri che il meglio che si possa tirare fuori è un accordo che i giuristi definiscono un 'obbrobrio'? Le mediazioni non si possono fare al ribasso.
Proprio nessun mea culpa per voi renziani?
Stiamo combattendo per il garantismo e per i diritti. In Italia ogni giorno vengono arrestati 3 innocenti, uno ogni 8 ore. L’Italia ha speso quasi 800 milioni di risarcimento per errori giudiziari. Se nessuno vuole difendere il garantismo, lo facciamo da soli. Ma a testa alta. Forse è una battaglia che non dà consenso, ma dà dignità.
Ex vitalizi: trova giusta questa battaglia di M5s?
È una loro battaglia storica, non ci vedo nulla di male a continuarla. Il problema di questo Paese, però, sono le leggi contro le imprese, non i vitalizi
Quali percentuali dà a un’ipotesi di ritorno al voto, magari a giugno?
Finché c’è la democrazia parlamentare io scommetto sulla continuità parlamentare. Cambierà forse il governo, ma si voterà nel 2023. In Italia purtroppo funziona così. Certo, se fosse passato il referendum del 2016 oggi avremmo maggioranze stabili. E non questa tarantella continua.