L'intervento. Il Papa: la chiesa della Trinità custodisca la memoria di Elisa Claps
La celebrazione del funerale di Elisa Claps, il 2 luglio 2011, in piazza Don Bosco a Potenza
L’Arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo continui a praticare «un ascolto amorevole» e «un dialogo attento con la famiglia di Elisa Claps», la sedicenne di cui si persero le tracce il 12 settembre 1993 a Potenza. Mentre la chiesa della Trinità del capoluogo, dove il 17 marzo 2010 fu ritrovato il cadavere della ragazza, dovrà «custodire la memoria di Elisa», divenendo «un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita». Sono queste le indicazioni contenute in una lettera del Papa indirizzata all’arcivescovo di Potenza, Salvatore Ligorio, al quale manifesta «gratitudine per quanto mi ha confidato circa la tragica vicenda della giovane Elisa». Un’altra missiva del Pontefice è indirizzata alla mamma di Elisa, Filomena Iemma.
La vicenda Claps, scrive Francesco, «ha segnato con una ferita indelebile la storia della città». La comunità diocesana è dunque «chiamata a offrire la sua vicinanza ai familiari della ragazza, offrendo loro una presenza tenera e discreta» perché il «comune impegno nel sostenere la prova e la preghiera fiduciosa possano favorire cammini di riconciliazione e di guarigione». In questo spirito, sottolinea il Papa, «è importante» che nella «chiesa della Santissima Trinità» si «evitino celebrazioni liturgiche di carattere festoso».
In una nota, l’Arcidiocesi lucana spiega che le lettere «sono il frutto di un dialogo» tra la Chiesa locale e la Santa Sede «per consentire al Santo Padre un aggiornamento continuo sulla vicenda». E mostrano «tutta l’attenzione» di Francesco «al bene della vita della Chiesa e delle persone che portano nel loro cuore la fatica di un dolore ancora vivo». Inoltre, la lettera per la mamma della ragazza «è una manifestazione ulteriore della premura e dell’affetto del Papa per la famiglia Claps dopo la telefonata personale che fece a mamma Filomena nel gennaio del 2014, appena qualche mese dopo la sua elezione».
«Sorpresa, conforto, riconoscenza», sono le reazioni della famiglia Claps che accoglie le parole del Papa «in un periodo emotivamente faticoso. Siamo grati al Santo Padre perché continua a manifestarci vicinanza e affetto». Così il fratello di Elisa, Gildo, per il quale tuttavia, «saranno i cittadini di Potenza a scegliere se ascoltare la Parola di Dio in quel tempio». La famiglia rende anche noti che «rivolgendosi a mamma Filomena, il Papa ha scritto: “Ripenso alle parole che ci siamo detti e porto nel cuore la sua voce, il suo dolore e i suoi perché, insieme alla forza d'animo di donna e di madre che La distingue, alla tempra retta e coraggiosa che La fa andare avanti ogni giorno”». Ma «per quanto riguarda la riapertura della chiesa nei cui locali è stato nascosto per 17 anni il corpo di Elisa – aggiunge la famiglia - non possiamo far altro che registrare la decisione assunta dalla Curia. Non spetta a noi stabilire il destino di quella chiesa, come invece è stato fatto da altri per il destino di Elisa. “Signore io non sono mai sola perché tu cammini accanto a me”, scriveva Elisa nei suoi diari. Se - ricorda la sua famiglia - pensiamo alla sua profonda fede e al fatto che proprio nella casa di Dio ha trovato la morte, non possiamo essere favorevoli alla riapertura della chiesa. Non tanto perché è lì che è stata uccisa, quanto per il fatto che il suo corpo è stato artatamente occultato e successivamente fatto ritrovare in circostanze e tempi ancora non chiariti e che difficilmente possano escludere il ruolo più o meno attivo di esponenti dell'ambiente ecclesiastico. Come il Santo Padre riteniamo una “buona intenzione che la chiesa della Trinità custodisca la memoria di Elisa” ma ribadiamo che la riconciliazione passa attraverso un'assunzione di responsabilità e di scuse rispetto ai tanti silenzi e alle omissioni che hanno preceduto e seguito il ritrovamento dei resti di Elisa. Senza pentimento non ci può essere remissione».
Per l'omicidio di Elisa è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, attualmente detenuto in Inghilterra per scontare un'altra pena a 30 anni perché ritenuto colpevole di aver ucciso un'altra donna, Heather Barnett.