Attualità

Il volume. Cristiani, non moderati: i movimenti incalzano la politica

Angelo Picariello sabato 27 luglio 2024

L'intervento di Papa Francesco alla 50esima Settimana sociale dei cattolici, a Trieste

«La radicalità evangelica non è estremismo, e nemmeno utopia, è la nuova dimensione dell’impegno politico dei cattolici», sostiene Claudio Sardo. Giornalista e saggista di lungo corso (Agenzia Asca, Il Mattino, Il Messaggero, poi direttore dell’Unità), con radici ben piantate nell’associazionismo cattolico (è stato direttore del settimanale delle Acli “Azione sociale” ed è attuale componente della Fondazione Achille Grandi). Sardo ha presentato a Trieste, a margine della Settimana sociale, “Sfidare il realismo. Politica dei cristiani e radicalità evangelica”, da poco in libreria per Marietti1820. Il realismo è quello di papa Francesco, «portatore di una radicalità evangelica sui temi della pace, dell’economia, della misericordia, dell’ecologia integrale. Temi che interrogano i cattolici e la società politica, e – se non vogliamo relegarli nel campo dell’utopia – richiedono una nuova metodologia, che rende inservibile i vecchi canoni del moderatismo e della mediazione».
La riflessione di Sardo è il portato di una serie di contributi provenienti da dirigenti dell’associazionismo (Giuseppe Notarstefano di Azione Cattolica, Emiliano Manfredonia delle Acli, Argia Albanese del Movimento dei Focolari, Francesco Scoppola dell’Agesci, Giancarlo Penza della comunità di Sant’Egidio e Ivana Borsotto di Focsiv), esponenti politici (Rosy Bindi, Graziano Delrio, Livia Turco, Mimmo Lucà, Pierluigi Castagnetti, Paolo Ciani e il neo-eurodeputato Marco Tarquinio), personalità del mondo della cultura (padre Francesco Occhetta, Francesco Prina, Marialuisa Sergio, Ernesto Preziosi, Massimo De Simoni Luisa Corazza, Ernesto Maria Ruffini e Chiara Tintori). Contributi scaturiti da un seminario a porte chiuse organizzato dalle Acli lo scorso 26 marzo, che ha poi deciso di “aprirsi” dando vita nei mesi successivi a una sorta di laboratorio, per dare un contributo fattivo e operativo alla riflessione di Trieste.
I valori in campo sono quelli che conosciamo - e di cui la nostra Costituzione è imbevuta - del personalismo cristiano e della solidarietà evangelica. Qual è allora il punto di novità irrinunciabile? «Non è nemmeno tanto il fatto di essersi scoperti minoranza – spiega Sardo – perché minoranza sono anche gli altri. La vera novità è che la mediazione tradizionalmente presente nell’impegno politico dei cattolici non può più essere evocata come sinonimo di moderatismo. E nemmeno si può evocare un’identificazione fra cristianesimo e civiltà occidentale». Il Papa argentino spiazza ogni connotazione “territoriale” attribuita al cristianesimo, e lo fa in virtù di una visione universale che è da sempre quella della Chiesa, rilanciata in modo esigente – dirompente e quanto mai attuale – su principi e valori come la pace, il rispetto del Creato, la solidarietà fra gli uomini e fra i popoli, che non conoscono e non possono conoscere confini.
«Il Magistero del Papa – prosegue Sardo – è un messaggio di intelligenza della storia capace di innervarsi nella cultura del nostro tempo. È il Vangelo che irrompe sulla scena, chiede un cambiamento radicale e non consente risposte elusive, come se il Papa dicesse la sua, ma poi “la politica è un’altra cosa”, deve mediare». La necessaria mediazione non può eludere il carattere dirompente di quello che la Chiesa indica come urgente e irrinunciabile. Il libro curato da Sardo è, in fondo, il frutto di una consapevolezza condivisa, in ambito ecclesiale: «La politica, oggi, non ci arriva, non è capace di questa radicalità. Non è capace il sistema dei partiti, e nemmeno lo sarà un nuovo partito, una nuova corrente o una lobby».
All’incontro di presentazione tenutosi a Trieste con la partecipazione dello storico Alberto Melloni è stata evocata la Settimana sociale del 1945, citata anche da Sergio Mattarella nel suo intervento, in cui i cattolici si sono resi promotori di una nuova visione politica: «Una ripresa dell’iniziativa del cattolicesimo politico e sociale, una nuova umanità che prende le mosse dall’economia civile. Di questo c’è bisogno. Ripensare il cattolicesimo politico e sociale, e tocca ai movimenti e alle associazioni rendersi protagonisti. Solo dopo – conclude Sardo – sarà possibile scrivere anche una nuova pagina dell’esperienza politica dei cattolici».