Medicina. Il Nobel Weissman: lavoriamo ad un vaccino anticancro rivoluzionario
Da sinistra, il rettore Enrico Gherlone, Drew Weissman, i professori UniSr Guido Poli e Gianvito Martino
«Mentre la ricchezza si concentra negli Usa e nell’Europa occidentale, la malaria si sviluppa in aree molto distanti dal benessere, l’Africa Subsahariana, il Sud Est asiatico, il Medio Oriente, l’Asia Centrale, il Pacifico Occidentale e l’America Centrale e Meridionale. La tecnologa dell’mRna potrebbe portare a una diversa fotografia del globo, grazie alle prospettive terapeutiche racchiuse in un semplice vaccino». È questa, per Drew Weissman, premio Nobel per la Medicina 2023, la più importante innovazione legata alla ricerca sulle modifiche dell’Rna messaggero: ovvero la creazione di un sistema sanitario più equo, dove sia garantita la parità di accesso alle cure.
Allo scienziato americano, in questi giorni a Milano, è stata conferita la laurea honoris causa in “Biotecnologie e Biologia medica” dall’Università Vita-Salute San Raffaele perché le sue scoperte (condotte con la collega Katalin Karikò), sulle modificazioni all’Rna messaggero, «necessarie per poter sfruttare le proprietà terapeutiche di questa molecola, hanno reso possibile un successo senza precedenti nella storia della medicina, soprattutto in relazione al rapido sviluppo dei vaccini anti-Covid, avvenuto in piena pandemia». Nelle parole del rettore dell’ateneo del Gruppo San Donato, Enrico Gherlone - che ha aperto la cerimonia con una prolusione, seguita dall'allocuzione di Guido Poli, presidente del corso di laurea in Ricerca biotecnologica in medicina -, il senso del riconoscimento che «ha inteso premiare il genio di Weissman (e Karikò) nel coniugare gli studi profondamente di base sulla molecola di Rna messaggero alle biotecnologie di area medica, per l’identificazione e la produzione di nuovi farmaci e vaccini».
A proposito di vaccini. Weissman è tornato sulle polemiche, e sul fango antiscientifico no-vax, che ne hanno accompagnato la rapida realizzazione in occasione della diffusione del Covid-19: «All’epoca della pandemia, quando era essenziale convincere il pubblico della sicurezza del vaccino, l’obiezione che mi veniva mossa più di frequente era che il vaccino fosse stato inventato in soli 10 mesi, un timore infondato in quanto l’mRna fu scoperto per la prima volta nel 1961 e le prime iniezioni (negli animali e, poi, nell’uomo) iniziarono negli anni ‘90»: queste le sue parole pronunciate in apertura della lectio magistralis dal titolo Nucleoside modified mRna-Lnp Therapeutics, focalizzata sul procedimento che ha consentito di rendere efficaci i vaccini, grazie all’utilizzo di nanoparticelle lipidiche, nelle quali è stata incapsulata la molecola di mRna. Ma i ricercatori all’epoca dovettero affrontare molti ostacoli. L'mRna non solo era difficile da gestire ma dava anche origine a reazioni infiammatorie incontrollabili. Questo non bastò a fermare Weissman e Karikó, che lavorarono molti anni su entrambi gli aspetti. Tutto cambiò quando i due produssero diverse varianti di mRna ciascuna con alterazioni chimiche uniche nelle loro basi, consegnate alle cellule dendritiche. La scoperta che le modifiche di base riducevano le risposte infiammatorie e aumentavano la produzione di proteine fu la svolta. L’epilogo è noto: nacquero i vaccini a base di mRna modificati, che codificarono la proteina di superficie Sars-CoV-2, salvando milioni di vite.Un punto di arrivo? Tutt’altro! Weissman è venuto a Milano a parlare di futuro, delle cosiddette “Rna therapies” che investono molte gravi patologie. E ha menzionato una novità di rilievo che potrebbe rivoluzionare per sempre la diagnosi e la terapia dei tumori: «Stiamo lavorando a un vaccino oncologico cosiddetto “intercettante”, che viene somministrato prima della diagnosi della malattia; mRna progettati per “istruire” il sistema immunitario a riconoscere dei marker genetici tumorali prima che si sviluppino le cellule neoplastiche». Ma si ricercano senza sosta anche profilassi contro Hiv (Aids), Hcv (Epatite C), Hsv (Virus Erpes Simplex), Norovirus, Malaria, Tb (Tubercolosi), Ebv (Herpesvirus), Influenza, Pancoronavirus, e per il contrasto ad allergie ambientali e alimentari.Cruciale, a detta di Weissman, sarà riuscire “targettizzare” le nanoparticelle lipidiche per indirizzarle ai vari organi da trattare con l’mRna. Sono tantissimi gli impieghi potenziali della targetizzazione e, tra questi, il professore ha sottolineato, raccontando un suo sogno in linea con la possibilità di offrire cure alla portata di tutti, anche e soprattutto il campo delle cellule staminali ematopoietiche: «Ci sono 300.000 persone che nascono attualmente con l’anemia falciforme, concentrate nell’Africa Subsahariana ma anche in India e nel resto del mondo. Ad oggi, esiste una nuova terapia genica, approvata il dicembre scorso, che usa le cellule staminali ematopoietiche, ma è effettuata in pochi centri specializzati e ha un costo impraticabile, di oltre 3,2 milioni per ogni paziente. Ma targetizzando le cellule staminali ematopoietiche, andremmo a cambiare per sempre il destino delle persone affette da questa patologia, aprendo finalmente a tutti la possibilità di una terapia costituita da una semplice infusione».E guarda alla salute come diritto universale la collaborazione di Weissman con la Thailandia, tesa a formare i ricercatori locali, guidandoli a produrre vaccini in autonomia. Da questo progetto è sorto un sito produttivo conforme (che conta 10 vaccini in trial clinico). Ne sono seguiti altri 50, in tutte le aree più disagiate del mondo, compresa l’Ucraina, proprio nel bel mezzo della guerra, e un hub poco lontano da Città del Capo.«Dove c’è ricerca eccellente, si costruisce il futuro dell’umanità e il professor Weissman incarna profondamente questa verità - ha detto il rettore Gherlone, da pochi giorni riconfermato per il terzo mandato al timone di UniSr, ateneo che si attesta nella posizione “201-250” sui 2.092 atenei classificati nella prestigiosa classifica mondiale “The” (Times Higher Education) World University Ranking 2025 con una posizione di leadership per la ricerca -. Oggi è una giornata importante per la nostra comunità accademica, onorata di poter accogliere un grande protagonista della storia recente, un “eroe”, così come è stato definito dalla rivista Time. Le sue parole piene di passione ci ispirano nel continuare a credere nella scienza e ci spronano a proseguire con forza nella nostra missione educativa, che porta con sé l’ambizione di formare gli scienziati del futuro, fornendo loro i migliori strumenti per esprimere al meglio il proprio talento e accrescere la conoscenza per il bene comune».