Migranti. Il naufragio dei dimenticati. E su Geo Barents è polemica
Lo sbarco di un migrante dalla Geo Barents a La Spezia sabato scorso. Erano 237 i profughi complessivamente soccorsi dalla nave di Medici senza frontiere nei tre diversi salvataggi compiuti settimana scorsa
Non ci sono solo tragedie in mare o polemiche sui soccorsi. Quando si parla di migranti c’è anche la bella notizia dei corridoi umanitari. L’ultimo, in ordine cronologico, è arrivato lunedì mattina. Sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino, con un volo proveniente da Beirut, 50 rifugiati siriani che hanno vissuto a lungo nei campi profughi della Valle della Bekaa, nel nord Libano o in alloggi precari a Beirut.
«Si tratta di famiglie e singoli che negli ultimi mesi hanno sofferto un pesante peggioramento delle loro condizioni di vita per la grave crisi politica, economica e sociale che sta attraversando il Libano» fanno sapere gli operatori umanitari che hanno accompagnato i profughi. Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie al sistema dei corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri. «Tra di loro 23 minori che, a causa della loro situazione precaria, non potevano frequentare la scuola e alcune persone con disabilità». Dal febbraio 2016, grazie al sistema dei corridoi umanitari, sono stati portati in salvo nel nostro Paese, dal Libano, oltre 2.400 persone. Complessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono giunti circa 6mila rifugiati. I nuclei familiari giunti ieri mattina saranno accolti in diverse regioni italiane (Lazio, Calabria, Friuli, Lombardia, Piemonte, Puglia) e verranno avviati in un percorso di integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola e per gli adulti, con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo lavorativo. «I corridoi umanitari, interamente autofinanziati (dalla raccolta fondi di Sant’Egidio e l’8 per mille della Tavola valdese) e realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, rappresentano un modello di successo, che coniuga solidarietà e sicurezza – sottolinea la Comunità di Sant’Egidio -. Nei giorni scorsi, sempre grazie ai corridoi umanitari, sono stati accolti in Belgio 21 profughi siriani, tra cui alcuni sopravvissuti al tragico naufragio dello scorso settembre a largo delle coste libanese in cui hanno perso la vita un centinaio di persone».
Il sistema dei corridoi è nato con il principale obiettivo di evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti. Mentre si combatte lo sfruttamento dei trafficanti, si consente contemporaneamente a persone in “condizioni di vulnerabilità” l’ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.