Conti. Il ministro Giorgetti ha parlato di fisco per la famiglia e riforma dell'Isee
Tra la procedura d’infrazione per debito eccessivo aperta dall’Europa e la legge di Bilancio per il prossimo anno che dovrà trovare le risorse necessarie a far fronte alle spese del Superbonus edilizio, oltre a mantenere le promesse su riforma fiscale e taglio del cuneo, è abbastanza scontato che di soldi per la famiglia e la natalità non sarà facile trovarne. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha però aperto uno spiraglio.
«Il debito pubblico è un problema per cui abbiamo bisogno di tanti nuovi italiani – ha detto Giorgetti intervenendo al “Festival dell'Umano tutto intero”, organizzato a Roma dall’associazione “Ditelo Sui tetti” -. Se riusciamo a mettere risorse sulla famiglia, dobbiamo introdurre anche una tassazione ad hoc sulla famiglia». Il ministro dell’Economia, che a maggio aveva disertato gli Stati Generali della Natalità 2024, secondo un comunicato diffuso dall’organizzazione di famiglie ha detto chiaramente che «il primo aspetto riguarda la tassazione della famiglia, ovvero il costo di riproduzione sociale o il costo per il mantenimento dei figli fino a quando producono reddito». Un approccio già presente in alcuni ordinamenti europei, ma non in Italia.
«Il secondo aspetto - ha aggiunto Giorgetti - è che partecipando a incontri ufficiali e dibattiti mi hanno riempito la testa del concetto di sostenibilità, come quella ambientale. Ma se guardo al mio bilancio non posso non considerare che in assenza di un'inversione del trend demografico, la finanza pubblica non sarà sostenibile». In questo contesto, «servirà anche una riforma dello strumento Isee, tarandolo sulla realtà effettiva».
Il tema di un fisco a misura di famiglia, dunque, è stato affrontato come chiave per tentare di fare ripartire la natalità, nella consapevolezza che la crisi demografica renderà in prospettiva sempre meno sostenibili le finanze pubbliche. «Senza un'inversione del trend demografico - ha aggiunto il ministro - non potrò fare previsioni sostenibili. È vero, facciamo fatica a fare interventi a favore della famiglia, perché abbiamo vincoli di bilancio noti. Ma proprio per questi vincoli abbiamo il dovere di programmare misure per le famiglie, perché quei vincoli diventeranno insostenibili in futuro. Su questo aspetto vedo che l'Europa non considera il tema demografico».
Giorgetti lo scorso anno, in occasione degli Stati Generali 2023, aveva già affrontato questi argomenti arrivando ad affermare che «da qui al 2042 con gli attuali tassi di fecondità il nostro Paese rischia di perdere per strada percentuali del Pil impressionanti, pari al 18%». Un calcolo confermato a grandi linee dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che nelle sue prime Considerazioni finali, il 31 maggio scorso ha affermato che la perdita di Pil dovuta al calo demografico potrebbe essere di circa il 13% da qui al 2040.
Il mondo dell’economia e della politica, insomma, sono più che consapevoli di quanto il calo della natalità può pesare sulla tenuta del sistema sociale ed economico. L’intervento di Giorgetti è stato colto con favore da Adriano Bordignon, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari: «Le parole del ministro relative alla necessità di una riforma della fiscalità affinché tenga finalmente conto della composizione del nucleo familiare e numero dei figli, ma anche di un aggiustamento dell’attuale Isee, largamente iniqua in alcune sue parti, rappresentano un passo importante che va nella giusta direzione. Abbiamo più volte evidenziato, anche negli ultimi mesi, la necessità di rivedere l’Isee, che presenta evidenti limiti in termini di opportunità ed equità».
Bordignon ha aggiunto di riporre «grandi aspettative sul completamento della riforma fiscale che all’articolo 5 della legge delega prevede il graduale perseguimento dell’equità orizzontale considerando la composizione del nucleo familiare, in particolare di quelli in cui sia presente una persona con disabilità, e i costi sostenuti per la crescita dei figli».
«La situazione delle famiglie è precaria – ha aggiunto Bordignon -. Per questo auspichiamo la convocazione di una Conferenza intergovernativa europea per individuare a livello continentale strategie e misure volte a rilanciare la natalità e ad arrestare l'inverno demografico. Lo squilibrio demografico non riguarda solo l’Italia ma tutto il vecchio continente».