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Roma. Il giorno del vertice Italia-Africa: di cosa si parla e quali sono gli obiettivi

Paolo Lambruschi lunedì 29 gennaio 2024

Mattarella apre il vertice Italia-Africa al Quirinale

Dopo tante parole arriva il momento del Piano Mattei. Con due mesi di ritardi rispetto agli annunci, Roma ospita la conferenza internazionale Italia-Africa con tante ambizioni - a partire dal rendere l’Italia un “ponte per la crescita comune” - e dubbi. Per la prima volta la conferenza, finora svoltasi a livello ministeriale, viene elevata a rango di vertice di capi di Stato e di governo ospitando oltre 25 leader delle nazioni africane, l'Unione Africana, i tre massimi rappresentanti dell'Ue, Ursula Von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel, a fare da sponda a Roma, poi l'Onu, il Fondo monetario internazionale e le Banche multilaterali di sviluppo.Il vertice inizia stasera al Quirinale (con una cena offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) e domattina sarà ospitato al Senato, con la diplomazia italiana al momento, almeno formalmente, in secondo piano in un vertice la cui organizzazione è stata presa in carico direttamente da Palazzo Chigi. Giorgia Meloni presenterà i principi generali del Piano Mattei, ispirato a Enrico Mattei, fondatore dell'Eni. L'Italia, che quest’anno presiede anche il G7, si è impegnata a fare dello sviluppo africano un tema centrale del suo mandato.

Mattarella: «Insieme si va lontano»

Ieri sera la cena al Quirinale con Sergio Mattarella che ha citato un proverbio africano «di grande saggezza» per chiudere il suo brindisi davanti a capi di stato e di governo e alle altre personalità ospiti del vertice: «Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno» ha detto, auspicando un «cammino comune» verso «benessere e pace in Africa, in Europa e nel mondo». «È la cooperazione a muovere il progresso» ha sottolineato, e davanti alle crisi in corso, il «compito» comune è «esplorare lo straordinario potenziale di sviluppo delle relazioni» tra i due continenti «sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un'equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture».

L'obiettivo dell'incontro

L'obiettivo dichiarato è arrivare a un «approccio globale e non predatorio» nei confronti dell'Africa, mirato a fornire risposte alle esigenze rappresentate dal continente, riconoscendo la centralità della condivisione dello sviluppo socioeconomico sostenibile e delle responsabilità per la stabilità e la sicurezza. Tradotto, sviluppo in cambio di energia e materie prime e arresto dei flussi migratori. Le direttrici di intervento sono sei: istruzione/formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia, infrastrutture. Secondo le indiscrezioni, il progetto punta a mobilitare almeno 4 miliardi di euro di fondi italiani nell’arco di 5 anni e a lanciare un Fondo rotatorio multilaterale per progetti di sviluppo che dovrebbe arrivare a 800 milioni.

Altri contenuti, come la creazione in Africa di eventuali centri raccolta migranti ventilata nei giorni scorsi, emergeranno domani. Il vertice raccoglierà contributi, spunti e proposte concrete dei partner africani, a febbraio si svolgerà la prima cabina di regia prevista dalla legge che istituisce la governance del Piano Mattei e inizieranno le missioni in Africa. L'obiettivo del governo è coinvolgere tutto il “Sistema Italia” partendo da Eni, Enel e Cassa depositi e prestiti.

L'appello delle Ong: «Non si facciano interessi privati»

Le Ong temono, però, che i fondi del Piano Mattei siano presi dal capitolo già deficitario della cooperazione e vadano solo al settore profit privato. La Campagna 070 – promossa da Focsiv, Aoi, Cini e Link 2007, che chiede al governo italiano di rispettare l’impegno assunto all’Onu di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo italiano entro il 2030 all’aiuto pubblico allo sviluppo – ha spedito una lettera al governo nella quale invita a distinguere la cooperazione allo sviluppo dalla promozione economica. «Attendiamo di conoscere meglio i contenuti del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa. Preoccupa il fatto - ha sottolineato Ivana Borsotto, presidente Focsiv e portavoce della Campagna 070 - che possa tradursi nel superamento della legge 125/14 sulla cooperazione, qualora i finanziamenti previsti della legge di Bilancio siano sbilanciati a favore degli interessi d’affari privati, ridimensionando così il ruolo e della cooperazione internazionale e dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo».

Chiede al vertice scelte coraggiose anche don Dante Carraro, direttore di Cuamm medici con l’Africa: «Finalmente l'Africa torna al centro dell'attenzione e del dibattito pubblico. Le risorse previste per il Piano Mattei, se saranno rese davvero disponibili, sono cospicue (tre miliardi dal Fondo per il clima, 7-800 milioni dal Fondo rotativo oltre ad una quota a dono). Auspichiamo che non rimanga una cornice vuota, ma sia fatto di interventi concreti». Tra le voci critiche, un coordinamento di Ong africane che chiede un impegno ambientale deciso per lo sviluppo delle energie alternative. Mentre dai rifugiati in Italia di Eritrea democratica, scampati alle galere del regime di Isaias Afewerki, si leva la forte protesta per la partecipazione al vertice del vecchio dittatore eritreo.