Milano. Ruffino, il giallo dei «motivi di salute»
Luca Ruffino
Bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia, che verrà fissata fra martedì e giovedì, per avere elementi di natura medico-forense che aiutino a fare chiarezza. Da domenica infatti, quando si è diffusa la notizia del suicidio di Luca Giuseppe Reale Ruffino - businessman milanese e presidente di Sif Italia e di Visibilia Editore, società fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè -, le voci su una presunta grave malattia diagnosticatagli di recente come presunta “motivazione” del gesto si sono prima rincorse e poi sono state smentite da ambienti investigativi.
Nel mondo imprenditoriale e politico del centrodestra lombardo e nazionale, in cui Ruffino era ben conosciuto, lo sgomento è il sentimento più diffuso. E lo choc per la sua scomparsa si è ripercosso in Borsa, dove hanno chiuso in forte calo sia il titolo di Visibilia (meno 30%) che quello di Sif (meno 20%).
I biglietti ai familiari. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, Ruffino si sarebbe tolto la vita sabato sera sparandosi un colpo alla testa nella sua abitazione milanese di via Spadolini, con una pistola regolarmente detenuta. A trovarlo privo di vita in camera da letto, poco prima di mezzanotte, è stato uno dei due figli, allertato dalla compagna di Ruffino, che al telefono dalla Sardegna lo aveva sentito particolarmente giù di morale e si era preoccupata. Il manager, che il 24 luglio aveva compiuto 60 anni, ha lasciato sei biglietti per prendere commiato dalla compagna, dai figli, dai colleghi e dai condomini. Sarebbero, dice chi indaga, «tutti messaggi di scuse e perdono», con frasi «generiche» relative a un gesto dettato da motivi personali. In quei fogli, aggiungono fonti investigative, non ci sarebbe «nessun riferimento a Visibilia o a problemi di lavoro». Agli inquirenti, il suo medico curante ha detto di non essere a conoscenza di particolari problemi di salute. Ma un familiare avrebbe riferito che di recente aveva sostenuto una visita specialistica, su cui però non si conoscono altri particolari. Sulla vicenda indagano i poliziotti della squadra mobile di Milano, su delega della procura che ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di «istigazione al suicidio» - affidato alla pm Adriana Bartolucci -, necessaria per poter effettuare l’autopsia e per i rilievi balistici e dattiloscopici sulla traiettoria del colpo di pistola e sulle impronte su calcio e grilletto.
Non indagato nel caso Visibilia. Ruffino era un manager d’esperienza, passato per i Cda di FerrovieNord e Fiera Milano. E aveva fondato Sif Italia, società quotata a Euronext Growth Milano, diventando in Italia il primo amministratore di condominio ad avere uno studio quotato in Borsa. Nell’ottobre 2022 era subentrato in Visibilia Editore, rilevando le quote della senatrice di Fdi e ministra Santanchè. E nella dibattuta vicenda giudiziaria che la vede sotto inchiesta per falso in bilancio, lui non era entrato in alcun modo, non essendo stato indagato e neppure ascoltato come testimone. Nessun commento da parte della ministra, mentre il suo compagno Dimitri Kunz, socio di Visibilia, parla di «una perdita inaspettata che tanto mi fa soffrire».
L’amicizia con esponenti di Fdi. Avvicinatosi alla politica attraverso l’Udc, Ruffino si era poi spostato sulle posizioni di Fratelli d’Italia. Già nel 2010 aveva sostenuto la campagna elettorale di Romano La Russa, fratello del presidente del Senato Ignazio e attuale assessore lombardo alla Sicurezza. E nel centrodestra contava molti amici di lunga data, come Marco Osnato, deputato di Fdi e presidente della commissione Finanze della Camera: «L’ho conosciuto prima che politicamente, nella sua attività professionale che aveva incrociato la mia -racconta il parlamentare -. Era un professionista serio, impegnato. Con discrezione, faceva molta beneficenza. E anche nella breve vita politica che si è concesso, si è sempre comportato in modo disinteressato, esclusivamente assecondando una passione». Si sostiene, conclude Osnato, «che il gesto estremo possa essere stato dettato dalla consapevolezza di una malattia feroce che non gli avrebbe dato più speranze. Io sono francamente molto scosso e dispiaciuto e faccio le mie condoglianze ai suoi cari».
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