AFFRONTO ALLA VITA. Lazio: il caso Ravera spacca il Consiglio regionale
Ravera, come si ricorderà, sull’Huffington Post aveva attaccato la delibera del Comune di Firenze sullo spazio cimiteriale per i genitori desiderosi di seppellire i bambini morti prima del parto, usando termini pesantissimi (sulla vicenda vedi box a fianco, ndr ). Martedì prossimo, 12 novembre, la conferenza dei capigruppo regionali dovrà calendarizzare l’interrogazione. «Dichiarazioni gravissime ed estremamente offensive per le donne che hanno perso un figlio», dice Tarzia. Ancora di più perché pronunciate «da una donna, da una rappresentante delle istituzioni, da una persona che dei diritti individuali ha fatto una bandiera ». A sottoscrivere l’interrogazione, assieme a Francesco Storace della Destra, tutti i gruppi dell’opposizione tranne M5S.
«Dimissioni», chiede anche il capogruppo del Pdl Luca Gramazio. E Federico Iadicicicco (Fdi) vorrebbe anche quelle del presidente Zingaretti. «Non condivido assolutamente quell’articolo – chiarisce l’assessore Rita Visini – perché l’esperienza di un aborto, subìto o cercato, provoca un dolore immenso che merita il massimo rispetto. Al di là delle diverse sensibilità sull’interruzione di gravidanza, bisogna fare sempre una grandissima attenzione a chi vive questo dramma sulla propria carne».
Detto ciò, Visini confessa il suo stupore: «Ho imparato a stimare Ravera lavorandoci assieme, ad esempio sulla prossima giornata internazionale del 25 novembre contro la violenza sulle donne. Credo non si sia resa conto che scrivere sul suo blog non poteva essere un atto solo personale. Quando rivesti un ruolo istituzionale – avverte – devi fare molta attenzione a non coinvolgere il gruppo politico con cui lavori. Oggi il Paese ha bisogno di pacificazione, tutte le chiacchiere e le polemiche sono sterili, la politica – con la 'P' maiuscola – deve ricominciare a progettare al servizio della persona». Ma non concorda sulle dimissioni: «Ha espresso un’opinione che non coinvolge il lavoro della Giunta. Non ritengo ce ne siano gli estremi».
«Di quell’articolo non condivido né i contenuti né la forma», dice Cristian Carrara. «Chi ha un ruolo pubblico deve soppesare le parole, al di là delle proprie idee, per non creare vulnus. Ha confuso le sue idee e il suo ruolo. Ma la richiesta di dimissioni mi sembra fuor di luogo: non ha compiuto un abuso amministrativo ». E aggiunge: «Se vogliamo costruire una società inclusiva dobbiamo deporre le armi dell’ideologia, lo dico anche per noi cristiani. È faticoso, ma è l’unica via».