Ambiente. La direttiva europea (che fa litigare) sui tappi di plastica
Il tappo "inamovibile" il cui uso è diventato obbligatorio
Dai, ce la possiamo fare. Non è poi così difficile. Per bere senza problemi anche a canna, basta alzare l’anello di plastica, e poi ruotarlo di lato. Come avete capito parliamo dei tappi, quelli inamovibili, che non si staccano dalla bottiglia, il cui uso è diventato obbligatorio in tutta Europa, appunto da oggi, mercoledì 3 luglio. Lo stabilisce una direttiva continentale inserita nel pacchetto di regole Sup (Single use plastic cioè plastica monouso) che riguarda pure i cartoni di latte e i brick dei succhi di frutta mentre vengono risparmiati i contenitori con capienza superiore ai tre litri. In pratica d’ora in poi le bottiglie non conformi alla legislazione Ue dovranno essere tolte dal mercato.
Lo scopo è evidentemente “ecologico”, si vuole evitare la dispersione nell’ambiente di un inquinante molto comune: si calcola infatti che negli ultimi trent’anni, nel mondo, sui litorali siano stati raccolti oltre 20 milioni di tappi, che per le loro piccole dimensioni possono facilmente finire in acqua quando non nello stomaco degli animali. Ai cittadini insomma viene chiesto un piccolo cambio di abitudini a vantaggio di un beneficio evidente. Peccato che nel frattempo la questione tappi sia diventata un caso politico che ha infiammato la campagna elettorale, protagonisti gli avversari di Bruxelles, guidati nel nostro Paese dal vicepremier Salvini, che dietro lo slogan “Più Italia, meno Europa” hanno mostrato in decine di video la difficoltà di bere da una bottiglia di plastica. Ma la protesta, oltre a rivelarsi inefficace politicamente, ha avuto come unico effetto, quello di rendere ridicole o comunque creare ironia sull’incapacità di tante persone di fronte a un problema minuscolo. E qui in qualche modo sta il “nuovo” della polemica: quei tappi non li vogliamo non perché la misura sia sbagliata, danneggi i nostri conti o sia stata frutto di un blitz inaspettato (la direttiva è stata approvata nel 2019) ma perché non sappiamo usarli. Come anti propaganda sulle qualità degli italiani, niente male. E tanti avversari di Salvini non hanno mancato di sottolinearlo.
Una raccolta di tappi di plastica - Fotogramma
Le proteste contro misure minime non sono peraltro nuove. Ricordate il “conflitto” partitico-mediatico del 2011 per l’addio ai sacchetti di plastica nei supermercati italiani? E lo stop alle linguette delle lattine? Era il 1989. Risale a inizio 2019 invece il no ai cotton fioc non biodegradabili. Adesso è il turno dei tappi, avamposto, se così si può dire, di una lotta virtuosa contro la plastica, che ogni anno, i dati sono del Wwf, “invade” gli ecosistemi marini con quasi 22 milioni di tonnellate di rifiuti. Un piccolo, semplice gesto che, vedrete, creerà pochissimi problemi. E che conferma la vocazione ambientalista dell’Italia, non a caso leader d’Europa per tasso di raccolta ed economia circolare legata alla differenziazione dei rifiuti.