Informazione. Il buon giornalismo, la proposta austriaca e il valore delle scuse
In Austria pensano di finanziare i giornali in base alla qualità e non alla loro diffusione
Se chiedete in giro cosa sia il buon giornalismo, probabilmente riceverete opinioni molto varie. Per alcuni il buon giornalismo è quello che ci dice esattamente quello che vogliamo. Che conforta e sostiene la nostra visione del mondo e che nel contempo critica e in alcuni casi attacca quelli che definiamo i "nostri nemici". Per altri, il buon giornalismo è quello facile da comprendere e magari è persino gratuito. Fare buon giornalismo, equilibrato e serio, però, costa tempo e fatica e soprattutto costa denaro. In più non può diventare un bene di lusso al quale possano accedere solo i più fortunati. Per non parlare del fatto che l'informazione è spesso inquinata dalle fake news (le quali, è bene ricordarlo, sono notizie false ma verosimili create ad arte per uno scopo).
Nelle ultime ore il presidente Mattarella, durante la sua visita in Moldavia, ha lanciato un allarme su una vera e propria «tempesta di disinformazione russa». «Forme di ostilità inaccettabile» che colpiscono anche l'Italia dopo avere investito altri Paesi, Moldavia compresa. Per contrastarle servono quindi sforzi importanti e congiunti. E servono anche iniziative per supportare, in un momento di crisi oggettiva dell'editoria, il buon giornalismo. In Austria, per esempio, il Partito socialdemocratico austriaco (SPÖ) ha proposto di finanziare gli abbonamenti ai giornali per i lettori di età compresa tra i 16 e i 30 anni, proprio nel tentativo di combattere le fake news. «Abbiamo bisogno di un giornalismo critico e di alta qualità che sia disponibile gratuitamente per tutti i cittadini» hanno scritto. Ma la parte davvero nuova di questa proposta è un'altra: finanziare con i fondi pubblici i giornali non sulla base della loro diffusione, come avviene in Austria e non solo lì, ma sulla base della qualità dei loro contenuti.
A questo punto mi sembra di vedervi mentre vi chiedete: chi decide cosa sia un contenuto giornalistico di qualità? Chi lo deciderà non sta a noi sindacarlo, ma cosa sia un contenuto giornalistico di qualità non è così difficile da individuare. Per esempio, è un giornalismo che rispetta i protagonisti delle notizie e che rispetta i lettori, senza nascondere le proprie opinioni ma sempre esprimendole con rispetto per chi legge e per le parti in causa. È un giornalismo che cerca di offrire ai lettori gli strumenti per giudicare i fatti, che cerca di proporre soluzioni ai problemi e che conduce battaglie sociali esplicandone fini e mezzi. E ancora: è un giornalismo che punta al massimo ma se sbaglia (perché capita a tutti, anche ai migliori di sbagliare) non ha paura di chiedere scusa e di riparare.
Perdonateci se a questo punto apriamo una parentesi che ci riguarda. Nella serata di ieri, come molti altri giornali e siti di informazione, abbiamo dato la notizia (sbagliata) della scomparsa dello scrittore e filosofo americano Noam Chomsky, che era ricoverato all'ospedale di San Paolo in Brasile dall'11 giugno, sottoposto a una terapia contro gli effetti del grave ictus che lo ha colpito nel 2023. Purtroppo, le prime verifiche ci avevano confermato la notizia, il che ci ha indotto più facilmente nell'errore. Stamattina abbiamo deciso di fare un articolo sul nostro sito e dei post sui nostri social per ammettere l'errore e chiedere scusa allo scrittore e filosofo, alla sua famiglia e ovviamente a tutti i lettori.
Risultato: siamo stati sommersi non dalle critiche ma dai complimenti delle persone «perché questo gesto dimostra e ribadisce che siete un giornale serio».Spesso, quando pensiamo al giornalismo di qualità, pensiamo a qualcosa di assolutamente perfetto. Può darsi che mi sbagli, ma credo che il buon giornalismo sia anzitutto quello che conosce i propri limiti e i propri difetti e che cerca di migliorarsi ogni giorno. E che si impegna a non sbagliare, ma (si spera) le rare volte che capita non ha paura di chiedere scusa, riflettere sugli errori e ricominciare, impegnandosi al massimo.