Attualità

Il caso. «Via libera al bagno coi delfini». Ambientalisti in rivolta

giovedì 4 gennaio 2018

Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un decreto firmato dai ministri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole, che recepisce una direttiva europea sulla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici. Decreto che, fra le altre cose, autorizza – sembra incredibile – il bagno coi delfini nei parchi acquatici.

Gli ambientalisti sono insorti: «L’Italia vantava una norma per la tutela dei delfini in cattività tra le più complete in Europa. Ma il decreto l’ha mutilata» sostiene la Lav. Secondo cui «quella che all’apparenza sembrerebbe una forma di educazione del pubblico nasconde dei preoccupanti interessi commerciali».

Un altro aspetto messo in luce dalla Lav è la contradditorietà della decisione del governo: «Lo stesso ministro dell’Ambiente Galletti aveva ribadito il divieto di questa pratica, soltanto due anni fa, con il Decreto 28 maggio 2015. Inoltre, questa nuova misura va in controtendenza con quella, storica, appena adottata dal governo di cui fa egli parte, che ha introdotto una fondamentale legge che prevede il graduale superamento degli animali dai circhi, riconoscendo quindi la necessità di superare l’utilizzo degli animali negli spettacoli».

A rincarare la dose Maria Vittoria Brambilla: col decreto per la deputata «si dà via libera ad un “servizio” che sarà offerto a pagamento – afferma – senza reale garanzia per la salute degli animali e delle persone».

La replica: «Solo per progetti di educazione ambientale»

La replica del ministero dell’Ambiente? Il bagno con i delfini sarà permesso solo per «progetti di educazione ambientale». Rimane proibito quello per «scopo ludico». Insomma, «non viene dunque meno - continua il ministero - come invece alcuni interventi emendativi parlamentari avrebbero previsto, il divieto di nuoto a fianco dei delfini per scopo ludico, mantenendo così al massimo livello il grado di tutela della specie. Ogni singolo progetto di educazione ambientale per il quale eventualmente applicare la deroga sarà singolarmente vagliato dai tre ministeri coinvolti».