Corridoi umanitari. Arrivati 97 profughi afghani. Tra loro anche il piccolo Murtaza
Il piccolo Murtaza con la maglia dell'Argentina
Kushal e Maria Grazia è la prima volta che si vedono dal vivo. Eppure è grazie all’adozione a distanza attivata da questa prof. di inglese di Sassari che questo giovane afghano poteva frequentare la facoltà di Medicina a Kabul. Almeno fino all’arrivo dei taleban. Ora Kushal sarà ospite in Sardegna della sua famiglia “adottiva”, sperando di «poter imparare presto l’italiano e continuare gli studi qui». Ma ieri, all’aeroporto di Fiumicino, tra i 97 profughi afghani arrivati grazie ai corridoi umanitari realizzato da Caritas italiana (per conto della Conferenza episcopale italiana), insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola Valdese e Comunità di Sant’Egidio c’era anche Murtaza. Nel 2016 la sua foto di bimbo di 5 anni con indosso un sacchetto di plastica trasformato in maglietta dell’Argentina con il numero 10 di Messi commosse il mondo. L’immagine impressionò anche il calciatore che gli regalò un completo ufficiale autografato e lo invitò ad una amichevole del Barcellona. Dopo l’incubo vissuto con l’arrivo del taleban, ora per lui e la sua famiglia inizia una nuova vita. Il suo sogno? «Voglio giocare a calcio e farlo in pace, in un luogo sicuro».
I cittadini afghani arrivati ieri saranno ospitati da diocesi, chiese e comunità di tutta Italia. «Coinvolgere il territorio e le comunità – ha spiegato il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello – significa fornire ai cittadini gli strumenti per capire e accompagnare un fenomeno complesso come quello delle migrazioni, senza subirlo, contribuendo così a cambiarne la percezione e dunque la narrazione: il migrante non è più l’estraneo che entra in casa nostra, ma una persona fragile con un nome e una storia che meritano considerazione oltre che rispetto».
L'arrivo di un gruppo di profughi afghani con i corridoi umanitari, il 23 febbraio 2023 - Ansa
Dando il benvenuto nel nostro Paese, il presidente Fcei Daniele Garrone, ha ricordato che «è importante che l’Europa accolga altre persone in pericolo, attraverso i corridoi umanitari e tutti gli altri strumenti a disposizione, e allo stesso tempo lavori per ripristinare pace e diritti per la popolazione afghana». L’arrivo di ieri è frutto del protocollo siglato con il governo nel 2021, che coinvolge in totale 1200 persone fuggite dall’Afghanistan. «La nostra Comunità è pronta ad accogliere altre persone - ha aggiunto il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, sottolineando che con ieri si esaurisce la quota stabilita per la realtà di Trastevere - auspichiamo da parte delle istituzioni un’estensione del protocollo, in modo da rispondere alla sofferenza, in particolare, di tante donne afghane».