Attualità

Roma. Il Bambino Gesù: mai distratti fondi pubblici

D.Pao. venerdì 19 giugno 2015

«Neanche un euro dell’Ospedale risulta distratto dalle attività cliniche, di ricerca o organizzative che riguardano l’Ospedale e i suoi pazienti». Non lasciano spazio a fraintendimenti, le parole di Mariella Enoc, presidente del "Bambino Gesù" di Roma.La sua precisazione si è resa necessaria dopo la diffusione di alcune indiscrezioni giudiziarie riguardanti l’inchiesta della procura di Trani sul crac della "Casa della Divina Provvidenza" di Bisceglie. In particolare, un’agenzia di stampa ha pubblicato la trascrizione dell’intercettazione di una telefonata tra l’ex-presidente dell’ospedale "Bambino Gesù" Giuseppe Profiti e il cardinale Giuseppe Versaldi (non indagato), delegato pontificio per la Congregazione dei Figli dell’Immacolata e ora prefetto dell’Educazione cattolica: dal colloquio, del 26 febbraio 2014, secondo gli inquirenti emergerebbe l’intento di nascondere al Papa l’intenzione di "dirottare" 30 milioni di euro, destinati dalla legge di Stabilità al "Bambino Gesù" (in quanto struttura che opera all’interno del Servizio sanitario nazionale), all’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi), già in amministrazione straordinaria e al centro di altre indagini giudiziarie. L’Idi fa capo alla Provincia italiana dei Figli dell’Immacolata, di cui Profiti era commissario straordinario.Il cardinale Versaldi ha chiarito invece che «l’incontro con il Papa era finalizzato ad ottenere l’approvazione generale a proseguire sulla linea di salvataggio» dell’Idi: «In questo contesto il mio invito a non entrare in dettagli tecnici ancora in discussione non aveva nessuna intenzione di "mentire" al Papa ma semplicemente di tacere ciò che non era chiaro neppure ai tecnici»."La telefonata - spiega Versaldi - va collocata nel tempo e nel contesto in cui è avvenuta, cioè all'inizio delle ipotesi di proposte di salvataggio dell'Ospedale, quando ancora imprecisate erano le possibili vie tecniche da seguire. Gli incontri tecnici precedenti l'incontro con il Papa - afferma l'attuale prefetto dell'educazione cattolica - erano serviti a fare alcune ipotesi e il mio mandato era sempre di seguire tutte le vie in accordo con le leggi vaticane e italiane". Secondo Versaldi, "l'incontro con il Santo Padre era finalizzato a ottenere l'approvazione generale a proseguire su questa linea di salvataggio per arrivare successivamente a una approvazione circa la soluzione individuata. In questo contesto - sottolinea il cardinale - successivamente sono cadute tutte le ipotesi e si è giunti alla soluzione che di fatto è stata trovata, proposta ed approvata anche dai Commissari governativi e che, come da atto pubblico documentato è consistita in un prestito di 50 milioni erogato dall'Apsa, dopo il consenso avuto dal Santo Padre in una udienza successiva a quella a cui si riferisce la telefonata. Infine tengo a riportare il discorso alla sua sostanza e cioè all'avvenuto salvataggio di 1334 posti di lavoro che altrimenti erano a forte rischio con la perdita di strutture sanitarie di eccellenza". "Ciò - conclude Versaldi - è avvenuto grazie alla collaborazione pubblica e trasparente di molti e anche del Governo italiano tramite le sue competenti istituzioni che ringrazio". Lo stesso Profiti ha spiegato che «nessuna somma, di qualunque provenienza pubblica o privata, è stata trasferita dal Bambino Gesù all’Idi» o a soggetti collegati o controllati. I 50 milioni necessari al salvataggio dell’Idi, ha dichiarato il manager, «sono stati resi disponibili da un finanziamento Apsa ed impiegati dalla Congregazione per la costituzione del patrimonio della Fondazione Luigi Monti».Quanto alla telefonata con il cardinale, ha aggiunto Profiti, aveva per oggetto «le possibili soluzioni tecniche al problema Idi: dalla vendita del patrimonio immobiliare della Congregazione, al suo impiego come strumento di garanzia presso istituzioni finanziarie italiane o vaticane (Ior e Apsa), sino anche alla possibile pubblicizzazione del patrimonio a fronte di previsione di un finanziamento legislativo straordinario (analogo a quello del Bambino Gesù)». «I contenuti della telefonata intercettata - prosegue Profiti - hanno avuto per oggetto le possibili soluzioni tecniche al problema Idi: dalla vendita del patrimonio immobiliare della Congregazione, al suo impiego come strumento di garanzia presso istituzioni finanziarie italiane o vaticane (Ior e Apsa), sino anche alla possibile pubblicizzazione del patrimonio a fronte di previsione di un finanziamento legislativo straordinario (analogo a quello del Bambino Gesù)». «Tali considerazioni - aggiunge il manager - spiegano i contenuti della telefonata in questione laddove il card. Versaldi, su mia ultima richiesta, invita a non esporre al Santo Padre la soluzione in questione, ed anzi invita a mantenersi sui concetti generali delle opzioni al fine di consentire una valutazione generale sui diversi aspetti dell'operazione. Operazione che, come dimostrano gli atti ministeriali, ha visto la Congregazione attenta ad intervenire solo dopo che ben due aste pubbliche di vendita sul mercato sono risultate deserte».Insomma, è la sua conclusione, «dicevamo esattamente il contrario di quanto è emerso dall’intercettazione: non si doveva parlare dei 30 milioni visto che il finanziamento diretto non era una soluzione né percorribile né opportuna. Dunque inutile sottoporla all’attenzione del Santo Padre». L'inchiesta della procura di Trani è la stessa che nei giorni scorsi ha prodotto la richiesta di custodia cautelare per il senatore del Ncd Antonio Azzollini, già al vaglio della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama, che dovrebbe decidere entro la fine di questo mese. Proprio ieri Azzollini ha presentato al tribunale del Riesame un'istanza di annullamento del provvedimento restrittivo sollecitato dai pm pugliesi. Mentre la procura di Roma, titolare delle indagini sul dissesto finanziario dell'Idi, sta valutando di chiedere ai colleghi di Trani gli atti riguardanti il proprio ambito d'interesse.