Attualità

Dopo la sentenza in Cassazione. Ici per le paritarie, reazioni politiche negative

sabato 25 luglio 2015

Le sentenza della Cassazione che obbliga alcune scuole di Livorno a pagare l'Ici arrietrata ha provocato anche reazioni politiche negative bipartisan. "Il pagamento dell'Ici, per le scuole paritarie senza scopo di lucro, interpella tutti, in primo luogo il Presidente Renzi". Lo dichiara il democratico Giuseppe Fioroni, già ministro dell'Istruzione. "Il sistema scolastico italiano è per legge paritario, la Buona Scuola lo rafforza, ma questa vicenda fa chiudere tutte le scuole che non sono diplomifici, dalle materne alle superiori - osserva - Si cancella la libertà di scelta, si trasformano in scuole solo per i ricchi, si genera un danno grave allo Stato, sarebbe una violazione dei diritti costituzionali, pensiamo soltanto al 40% dei bambini delle materne che rimarrebbero senza scuola. È una vera emergenza democratica che non può essere scaricata ne sui magistrati ne sui comuni che non chiudono i bilanci. Occorre che il governo intervenga subito e sono certo che il Presidente del Consiglio Renzi lo farà", conclude. "La sentenza sull'Imu delle scuole gestite da enti religiosi invece di fare giustizia discrimina pesantemente queste scuole e genera una pericolosa diseguaglianza - dichiara Maurizio Lupi, capogruppo dì Area Popolare alla Camera -. Le scuole paritarie e le scuole statali per legge fanno entrambe parte del sistema pubblico, perché entrambe svolgono un servizio pubblico. Perché le paritarie pubbliche devono pagare l'Imu e le statali pubbliche no? La chiusura di molte scuole paritarie è il rischio concreto delle conseguenze di questa sentenza con oltretutto un consistente aggravio dei costi per lo stato che dovrà farsi carico degli studenti che resteranno a spasso, e là dove adesso spende 600 euro per studente ne dovrà spendere 6000". Se dovesse essere applicata la sentenza della Cassazione sull'Ici per le scuole paritarie "bisognerebbe chiudere tutte le scuole, perché altrimenti tra un po' saremo nelle condizioni di essere oggetto di decretiingiuntivi e di procedure fallimentari anche come enti ecclesiastici, procedure che adesso cominciano ad andare di moda". Lo afferma a Radio Vaticana padre Francesco Ciccimarra, presidente dell'associazione Agidae, i gestori degli istituti che dipendono dall'autorità ecclesiastica. "Siccome gli enti ecclesiastici per i rami commerciali, come viene definita la scuola dove si paga una retta, sono oggetto di ipotetico fallimento, tutte le scuole che non hanno i soldi perpagare i Comuni saranno dichiarate fallite: quindi le scuole delle parrocchie, degli enti religiosi, delle diocesi. E così faremo una bella ecatombe della scuola cattolica in Italia, anzi delle scuole paritarie - continua Ciccimarra -. Spero che magari dopo le vacanze qualcuno voglia mettere porre attenzione, il governo, il Parlamento, e riprendere un po' questi discorsi".

Anche la Regione Lombardia esprime preoccupazione: "In Regione - ha dichiarato l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea - le scuole paritarie rappresentano una percentuale importante del sistema scolastico lombardo dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori. La Regione ha sempre sostenuto il sistema delle scuole paritarie attraverso il buono scuola e, nonostante ciò, non sono pochi gli istituti che hanno chiuso l'attività a causa dell'aggravio di spese di funzionamento e di tasse. Conoscendo e apprezzando il contributo che le scuole paritarie e in particolare quelle religiose hanno sempre dato alla qualità del sistema scolastico lombardo - ha aggiunto Aprea - non staremo fermi di fronte a queste nuove difficoltà".