La Commissione Europea ha chiuso il dossier dedicato alla questione delle esenzioni Ici per gli enti non profit, ponendo fine a un’indagine approfondita aperta nell’ottobre 2010. A comunicarlo è stato il commissario responsabile per la Concorrenza Joaquin Almunia. «La Commissione Europea – sintetizza un comunicato – ha giudicato incompatibili con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato le esenzioni concesse agli enti non commerciali per fini specifici, previste dal 2006 al 2011 dal regime italiano di imposta comunale sugli immobili (Ici)». Nel frattempo, precisa la nota, «l’Italia ha modificato il sistema ed ha adottato una nuova normativa in materia di imposta municipale sugli immobili (Imu) che non comporta la presenza di aiuti di Stato in quanto le esenzioni si applicano solo agli immobili in cui si svolgono attività non economiche. La Commissione ha quindi chiuso l’indagine». «Gli enti senza scopo di lucro – ha commentato lo stesso Almunia – svolgono un ruolo sociale importante, di cui il regime italiano di imposte sugli immobili tiene conto. Tuttavia, quando tali enti operano sugli stessi mercati degli operatori commerciali, dobbiamo assicurarci che non beneficino di vantaggi indebiti. La nuova normativa italiana sulla tassazione dei beni immobili garantisce che ciò non avvenga».Per il passato, nel mirino di Bruxelles era in particolare una modifica introdotta nel 2006 (contestata da alcuni operatori spalleggiati dai radicali), che consentiva di svolgere attività «di natura non esclusivamente commerciale» negli immobili esentati dal versamento dell’imposta. «La Commissione – si legge nel comunicato – ha concluso che le esenzioni erano incompatibili con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato». Bene invece, lo dicevamo, la nuova normativa Imu in vigore dal 1° gennaio 2012. Bruxelles evidenzia che essa «prevede una serie di requisiti che gli enti non commerciali devono soddisfare per escludere che le attività svolte siano di natura economica». Per il pregresso, Bruxelles – autentica eccezione, finora – ha deciso di non ingiungere all’Italia di recuperare l’aiuto presso i beneficiari, «poiché le autorità italiane – recita il comunicato – hanno dimostrato che, nel caso di specie, il recupero sarebbe assolutamente impossibile», in quanto «oggettivamente impossibile determinare quale porzione dell’immobile di proprietà dell’ente non commerciale sia stata utilizzata esclusivamente per attività non commerciali (...) e quale sia stata la porzione utilizzata per attività ritenute "di natura non esclusivamente commerciale"». Adesso, ha affermato Mario Mauro, capo della delegazione Pdl all’Europarlamento nonché presidente dell’intergruppo economia sociale, «è urgente convocare all’Europarlamento la Commissione per affrontare il tema dell’esenzione Imu in Italia per gli anni a venire per gli enti non profit» e per entrare «nel merito della definizione di "attività non commerciale" realizzata dagli enti non profit», soprattutto nel settore istruzione e formazione.