La nota. Preti minacciati, la solidarietà dei vescovi calabresi
Don Felice Palamara
La Conferenza episcopale calabra, riunitasi a Catanzaro, ha espresso solidarietà al vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e segretario della Cec, monsignor Attilio Nostro, per i recenti atti intimidatori subiti da due presbiteri della sua diocesi, «facendo proprio l'appello del presule a non scoraggiarsi e a combattere il male con il bene». I sacerdoti delle parrocchie di Cessaniti e della frazione di Pannaconi, nel Vibonese, nei giorni scorsi sono stati fatti oggetto di varie intimidazioni. A don Felice Palamara, parroco di Pannaconi, ignoti hanno anche messo della candeggina nelle ampolline dell'acqua e del vino usate per celebrare l'Eucarestia.
I vescovi calabresi, inoltre, è scritto in una nota, «hanno rivolto il loro ringraziamento al procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo, per aver speso parole e professionalità a sostegno della Chiesa in questa delicata situazione». Questa sera, nella parrocchia di San Nicola, a Pannaconi, sarà recitato il santo Rosario, per iniziativa della parrocchia e dalla Confraternita Maria Santissima della Lettera, che vogliono così accogliere «l'invito di Gesù a “pregare per coloro che vi perseguitano”».
Don Felice, nelle scorse settimane, era stato anche vittima di danneggiamenti alla sua auto e destinatario di lettere con pesanti minacce, che coinvolgevano anche il vescovo Nostro. Le intimidazioni nei confronti dei parroci sono cresciute negli ultimi giorni, prima di sfociare in quelle dirette nei confronti del sacerdote di Pannaconi. Al parroco di Cessaniti, don Francesco Pontoriero, prima è stata inviata una lettera con esplicite minacce di morte, con una lama affilata allegata. Poi un gatto morto è stato lasciato sul cofano della sua auto con un nuovo biglietto minaccioso. Sui motivi delle intimidazioni era stato molto chiaro il procuratore di Vibo, Camillo Falvo, in un’intervista di mercoledì ad Avvenire: «Quando sono due i parroci colpiti, e poiché alcune delle lettere di minacce non riguardano solo i parroci ma anche il vescovo - aveva detto il magistrato -, evidentemente si vuole colpire anche la diocesi e l’azione riformatrice portata avanti dal vescovo». Inoltre, aveva aggiunto Falvo, «ci sono realtà in cui fare bene il prete, portare a termine la propria missione, in modo limpido, trasparente, nel rispetto della legalità, è scomodo. Questa è l’amara conclusione, e l’esperienza ci sta dicendo questo». Cessaniti è un paese particolarmente caldo, commissariato per le dimissioni, nell’agosto 2023, del sindaco, dopo che dall’operazione “Maestrale Carthago” erano emersi possibili condizionamenti mafiosi sull’amministrazione.