Primo voto per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica entro il mese di gennaio. Difficile oggi prevedere la data esatta ma calendario alla mano la finestra di opportunità è molto stretta e si riduce a due
giorni: giovedì 29 o venerdì 30 gennaio. Salvo ovviamente la possibilità tecnicamente non esclusa di poter votare addirittura prima visto che il termine costituzionale dei 15 giorni indica il tempo massimo entro il quale è obbligatorio partire con il primo voto. Spesso in passato si è votato anche qualche giorno prima. Ipotesi quest'ultima che sembra improbabile visto che le Camere sono entrambe impegnate nel decisivo percorso sulle riforme e l'Italicum.
Il calcolo parte dalla conferma delle dimissioni del
presidente mercoledì prossimo, 14 gennaio. Da quel momento il
timone passa nelle mani della presidente della Camera Laura
Boldrini che, diventando automaticamente Piero Grasso presidente
supplente, dovrà convocare i Grandi elettori. Sarà il segretario
generale del Quirinale, Donato Marra, a recapitare "brevi manu"
la lettera di dimissioni di Napolitano ai presidenti del Senato,
della Camera e al premier.
La Costituzione prevede che "il presidente della Repubblica
è eletto nell'Aula di Montecitorio dal Parlamento in seduta
comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni: ogni
regione ne elegge tre con l'eccezione della Valle d'Aosta che ne
elegge uno.
Il totale nominale degli elettori del prossimo inquilino al
Colle sarà dunque 1009. Dal computo vanno però sottratti i due
presidenti delle Camere che per prassi non votano. Ecco allora
che gli elettori effettivi scendono a 1007.
Il presidente del Senato Pietro Grasso sarà poi doppiamente
escluso dalla partita poiché il giorno in cui Napolitano
notificherà le sue dimissioni ai sensi dell'articolo 86 della
Costituzione gli succederà come 'vicariò. Calcolatrice alla
mano, il 'magic number' che determinerà il numero 'politicò si
ottiene sommando i 945 parlamentari (630 deputati e 315
senatori) ai 58 'Grandi Elettori' delle regioni (3 delegati per
regione tranne la Valle d'Aosta che a Roma ne invia solo uno) e
gli attuali cinque senatori a vita: Carlo Azeglio Ciampi, Mario
Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia. Più ovviamente
Giorgio Napolitano.