Davanti all’ospedale che cura i grandi traumi a Torino è l’ora della disperazione dei famigliari e dell’indignazione. I parenti della vittima e dei feriti del liceo scientifico «Darwin» di Rivoli non riescono a darsi pace davanti alla tragedia assurda di ieri mattina. «Non si può morire così, a 17 anni, Vito era un ragazzo pieno di salute». Davanti al "Darwin" risuona ancora l’eco dell’urlo di dolore, incredulo, dei genitori, di Vito Scafidi, ucciso dal crollo della controsoffittatura della classe quarta G, al primo piano dell’edificio scolastico.Drammatico il racconto di uno dei testimoni, l’insegnante di italiano, che non ha voluto dire il suo nome ed è subito accorso a visitare i suoi allievi più gravi ricoverati al Cto nel capoluogo piemontese.«È successo nell’intervallo. Stavo per rientrare in aula quando ho visto un gran polverone causato dal crollo. C’era panico e confusione – ha aggiunto – è stato terribile». I ragazzi ricoverati, tutti coscienti e assistiti con i parenti anche da psicologi, hanno ricordato di aver sentito una porta sbattere e poi il soffitto che crollava.Andrea M. è il più grave. I suoi famigliari confermano che si è trattata di una tragedia annunciata.«Andrea mi diceva sempre – dice tra i singhiozzi sua madre – che in quell’edificio si staccavano i pezzi dai muri e dagli stipiti. Non è possibile che succedano cose così a scuola ci vogliono dei controlli. È una vergogna».Poi la domanda di giustizia della donna, a cui qualcuno dovrà trovare risposta: «Perché devono succedere cose del genere?».Tra le lacrime materne riaffiorano i frammenti di amicizie nati sui banchi dello scientifico rivolese e ieri spezzate dal crollo del soffitto. «Mio figlio era molto amico di Vito Scafidi – ha ricordato la mamma di Andrea – si sentivano spesso e anche l’altroieri si erano visti fuori dall’orario scolastico». Andrea M. ha avuto una frattura alla terza vertebra e probabili lesioni al midollo. In serata è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma prima di sapere se potrà o no riprendere a muoversi dovranno passare diverse settimane. L’angoscia dei genitori è palpabile. «Abbiamo paura – ha aggiunto il padre – che resti paralizzato. Se dovesse succedere non so come potrebbe reagire. È un dramma incredibile, sono distrutto».Subito dopo il crollo sul posto, tra i parenti, ieri mattina è accorsa una zia di Vito Scafidi. In tuta da casa, ha raggiunto subito, con i genitori dello sventurato giovane, il luogo della tragedia. Rivolta ai giornalisti e ai fotografi ha urlato: «Fotografate cosa è successo, fate vedere che gli istituti italiani fanno schifo anche al Nord. E che si può morire a 17 anni, senza un perché, andando a lezione a scuola».