Attualità

NEL CUORE DELLA SOCIETA'. I nuovi figli della crisi. Baby boom in Europa

Paolo Ferrario lunedì 7 settembre 2009
C’è la crisi? E noi facciamo più figli. Smentendo la te­si secondo cui, in tempi di recessione economica, le nascite calerebbero, le famiglie europee hanno fatto segnare, nel 2008, un ve­ro e proprio baby-boom. Lo rivela­no gli analisti di Euractiv, rete euro­pea di mezzi di informazione, che hanno passato in rassegna i dati de­mografici di alcuni Paesi del Vecchio Continente. L’esame è servito per tentare di andare al fondo delle ra­gioni che hanno spinto tante fami­glie a credere nel futuro, nonostan­te i segnali negativi che, ormai da un anno, arrivano dal mondo dell’econo­mia e del lavoro. I figli come investi­mento, insomma. Per la famiglia stes­sa e per il Paese. Così la pensano le coppie francesi, che nel 2008 hanno aumentato il tasso di natalità dell’1,2% rispetto all’anno precedente, confer­mando una ten­denza che va stabi­lizzandosi. Com­plessivamente, nel corso dell’anno so­no nati 829mila piccoli francesi, fa­cendo tornare la natalità ai livelli del 1981 e collocando la Francia al secon­do posto in Europa, dopo l’Irlanda, per tasso di fertilità, con oltre due figli per donna. « Il dato francese – spiegano gli anali­sti di Euractiv – è dovuto all’alto livel­lo di protezione ga­rantito dal sistema sociale alle famiglie con figli. Inoltre, in tempi di crisi, i francesi tendono, forse più di altri, a rivolgersi ai valori fondamentali, co­me appunto quello della famiglia». In aumento anche i figli nati fuori dal matrimonio, che rappresentano il 52% di tutte le na­scite del 2008 e i fi­gli nati da genitori di nazionalità di­verse: 12,7% contro l’8% del 1998. Anche nel vicino Belgio, il 2008 è sta­to un anno partico­larmente favorevo­le. Il tasso di ferti­lità, che nel 1994 e­ra di 1,56 figli per donna, ha, infatti, raggiunto l’1,7 figli per donna, con punte di 2 figli per donna a Bruxelles. Nascono più bambini anche in Ita­lia, ma l’incremento, come sottoli­neano gli analisti di Euractiv, è do­vuto soprattutto al contributo del­la popolazione immigrata. Lo scor­so anno, da madri straniere sono na­ti 90mila bambini, pari al 15% del totale. Il dato di crescita non pare però con­solidarsi, visto che, almeno nel primo bime­stre del 2009, le nascite sono dimi­nuite di 4.472 unità rispetto allo stes­so periodo del 2008. Su questo pun­to, quindi, gli analisti attendono ul­teriori dati prima di esprimere ulte­riori valutazioni. L’aumento delle gravidanze è inve­ce confer­mato in Gran Bre­tagna , do­ve, per la prima vol­ta, la po­polazione ha supe­rato i 61 milioni. Secondo i nuovi dati diffu­si dall’ufficio nazionale delle stati­stiche, nel 2008 si sono verificate ben 408mila nascite che hanno fat­to aumentare la popolazione di due milioni di individui dal 2001. Quel­l’anno, le donne inglesi avevano un tasso di fertilità di 1,63 figli, salito a 1,96 nel 2009. Per la maggior parte, si tratta però di puerpere immigra­te provenienti, in particolare, dal subcontinente indiano, dall’Africa e dall’Europa orientale. Uno stato sociale particolarmente favorevole è all’origine della cresci­ta della natalità anche in Islanda. Nei primi sette mesi del 2009, le na­scite sono aumentate del 3,5% ri­spetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un fe­nomeno che gli a­nalisti, anche in questo caso, attri­buiscono alle pre­stazioni sociali a fa­vore della famiglia. Nella “terra dei ghiacci”, per la na­scita di un bambi­no i genitori hanno diritto a nove mesi di congedo lavora­tivo retribuito: tre per la madre, altret­tanti per il padre e ulteriori tre a scelta tra uno dei due ge­nitori. Restando al Nord Europa, anche la Finlandia , statisti­che alla mano, con­ferma il boom dei parti e questa ten­denza sembra sta­bilizzarsi. Nel 2008 sono nati 8mila bambini in più ri­spetto al 2007 e il tasso di natalità ha raggiunto il livello più alto del decen­nio: 1,85 figli per donna rispetto all’1,83 del 2007. Un tasso di fecondità così elevato, la Fin­landia l’aveva fatto registrare soltanto nel 1994. Dopo i lunghi anni necessari per usci­re dal sistema co­munista, anche i Paesi dell’Est stan­no cominciando a far segnare signifi­cativi tassi di cresci­ta della popolazio­ne. Gli esperti lo chiamano effetto “catch-up”. In Bul­garia, per esempio, rispetto al 2008 le nascite sono au­mentate del 7%, con un picco del 30% nella regione del Montana, una delle più povere del Paese.