C’è la crisi? E noi facciamo più figli. Smentendo la tesi secondo cui, in tempi di recessione economica, le nascite calerebbero, le famiglie europee hanno fatto segnare, nel 2008, un vero e proprio baby-boom. Lo rivelano gli analisti di Euractiv, rete europea di mezzi di informazione, che hanno passato in rassegna i dati demografici di alcuni Paesi del Vecchio Continente. L’esame è servito per tentare di andare al fondo delle ragioni che hanno spinto tante famiglie a credere nel futuro, nonostante i segnali negativi che, ormai da un anno, arrivano dal mondo dell’economia e del lavoro. I figli come investimento, insomma. Per la famiglia stessa e per il Paese. Così la pensano le coppie francesi, che nel 2008 hanno aumentato il tasso di natalità dell’1,2% rispetto all’anno precedente, confermando una tendenza che va stabilizzandosi. Complessivamente, nel corso dell’anno sono nati 829mila piccoli francesi, facendo tornare la natalità ai livelli del 1981 e collocando la Francia al secondo posto in Europa, dopo l’Irlanda, per tasso di fertilità, con oltre due figli per donna. « Il dato francese – spiegano gli analisti di Euractiv – è dovuto all’alto livello di protezione garantito dal sistema sociale alle famiglie con figli. Inoltre, in tempi di crisi, i francesi tendono, forse più di altri, a rivolgersi ai valori fondamentali, come appunto quello della famiglia». In aumento anche i figli nati fuori dal matrimonio, che rappresentano il 52% di tutte le nascite del 2008 e i figli nati da genitori di nazionalità diverse: 12,7% contro l’8% del 1998. Anche nel vicino Belgio, il 2008 è stato un anno particolarmente favorevole. Il tasso di fertilità, che nel 1994 era di 1,56 figli per donna, ha, infatti, raggiunto l’1,7 figli per donna, con punte di 2 figli per donna a Bruxelles. Nascono più bambini anche in Italia, ma l’incremento, come sottolineano gli analisti di Euractiv, è dovuto soprattutto al contributo della popolazione immigrata. Lo scorso anno, da madri straniere sono nati 90mila bambini, pari al 15% del totale. Il dato di crescita non pare però consolidarsi, visto che, almeno nel primo bimestre del 2009, le nascite sono diminuite di 4.472 unità rispetto allo stesso periodo del 2008. Su questo punto, quindi, gli analisti attendono ulteriori dati prima di esprimere ulteriori valutazioni. L’aumento delle gravidanze è invece confermato in Gran Bretagna , dove, per la prima volta, la popolazione ha superato i 61 milioni. Secondo i nuovi dati diffusi dall’ufficio nazionale delle statistiche, nel 2008 si sono verificate ben 408mila nascite che hanno fatto aumentare la popolazione di due milioni di individui dal 2001. Quell’anno, le donne inglesi avevano un tasso di fertilità di 1,63 figli, salito a 1,96 nel 2009. Per la maggior parte, si tratta però di puerpere immigrate provenienti, in particolare, dal subcontinente indiano, dall’Africa e dall’Europa orientale. Uno stato sociale particolarmente favorevole è all’origine della crescita della natalità anche in Islanda. Nei primi sette mesi del 2009, le nascite sono aumentate del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un fenomeno che gli analisti, anche in questo caso, attribuiscono alle prestazioni sociali a favore della famiglia. Nella “terra dei ghiacci”, per la nascita di un bambino i genitori hanno diritto a nove mesi di congedo lavorativo retribuito: tre per la madre, altrettanti per il padre e ulteriori tre a scelta tra uno dei due genitori. Restando al Nord Europa, anche la Finlandia , statistiche alla mano, conferma il boom dei parti e questa tendenza sembra stabilizzarsi. Nel 2008 sono nati 8mila bambini in più rispetto al 2007 e il tasso di natalità ha raggiunto il livello più alto del decennio: 1,85 figli per donna rispetto all’1,83 del 2007. Un tasso di fecondità così elevato, la Finlandia l’aveva fatto registrare soltanto nel 1994. Dopo i lunghi anni necessari per uscire dal sistema comunista, anche i Paesi dell’Est stanno cominciando a far segnare significativi tassi di crescita della popolazione. Gli esperti lo chiamano effetto “catch-up”. In Bulgaria, per esempio, rispetto al 2008 le nascite sono aumentate del 7%, con un picco del 30% nella regione del Montana, una delle più povere del Paese.