Attualità

IL FATTO. I Monopoli: nessun ostruzionismo

Brabara Sartori martedì 29 ottobre 2013
«Quando un esercente decide di non mantenere più attiva una new slot, facciamo riferimento a un rapporto di diritto privato che ha stipulato con il concessionario, ossia con colui al quale viene attribuita la concessione per la raccolta del gioco. I Monopoli di Stato non trattano con gli esercenti. Hanno invece un rapporto con il concessionario per tutto ciò che sussegue alla messa in esercizio delle macchinette e verificano gli adempimenti a cui è tenuto, ma non entrano nel merito del caso specifico». Dall’ufficio stampa dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (Aams), Maurizio Cimarelli chiama fuori dalla querelle l’agenzia governativa che regola il comparto del gioco. Dunque - contrariamente a quanto paventato al barista piacentino - sembra che i titolari di bar o tabaccherie che scelgono di chiudere con le slot, recedendo anzitempo dal contratto, non rischino multe o controlli. La puntualizzazione che segue non fa che confermarlo. «La funzione di Aams è di controllare eventuali anomalie degli apparecchi istallati – spiega Cimarelli –. Ma, ripeto, quello tra l’esercente e il concessionario rientra nelle norme del rapporto di diritto privato, dunque dipende dai vincoli che le due parti hanno sottoscritto. Le faccio un esempio: se un negozio di abbigliamento stabilisce col fornitore che comprerà una certa griffe per dieci anni, quello è un vincolo che nasce da un accordo tra le due parti. Lo stilista - fuor di metafora - non può intervenire a dire la sua». Che ci sia però un controllo a distanza della "vita" della macchine da parte dell’Aams non è un mistero. «Gli apparecchi sul territorio nazionale sono tutti collegati in rete sotto il controllo dei Monopoli di Stato - confermano dalla sede centrale di Roma -. Il concessionario a sua volta si appoggia a questa rete unica e dunque si accorge se una delle sue macchine non funziona». Insomma, in tema di macchinette, il rapporto è tra esercente e concessionario. E quest’ultimo monitora a distanza la “redditività” delle sue slot appoggiandosi alla rete unica posta sotto il controllo dei Monopoli di Stato, cui verserà la quota che, sulla base del traffico di denaro giocato, spetta all’Erario. Questo è quanto assicura l’Aams. Ma qualche perplessità resta.