Governo Conte. Ecco chi sono i 18 ministri (solo 5 donne)
I 18 ministri del governo Conte (Ansa)
Venerdì pomeriggio alle 16 giurerà il governo Conte. Ecco la lista dei ministri del governo M5s-Lega presieduto dall'avvocato Giuseppe Conte.
Primo ministro Giuseppe Conte (CHI È).
Vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro e Sviluppo: Luigi Di Maio
Vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno: Matteo Salvini
Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Giancarlo Giorgetti
Economia e Finanze: Giovanni Tria (foto sotto)
Critico con la Germania e l’attuale assetto europeo, tiepido sull’euro pur senza ipotizzare l’uscita dell’Italia della moneta unica. Possibilista su un reddito di cittadinanza circoscritto a chi non trova lavoro. Favorevole alla flat tax come strumento di semplificazione e riduzione della pressione fiscale. Infine, udite udite, niente affatto ostile all’ipotesi di far scattare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia anche allo scopo di finanziare la riforma fiscale. Ecco in pillole il Giovanni Tria pensiero, come espresso dal nuovo ministro dell’Economia nei suoi ultimi scritti e interventi pubblici. L’uomo che va a occupare il posto destinato inizialmente a Paolo Savona, il cui nome non ha avuto il gradimento del Quirinale, ha 69 anni ed è professore ordinario di Economia Politica all’Università romana di Tor Vergata, direttore del Ceis (Centre for Economic and International Studies) presso lo stesso ateneo e presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione, oltre che membro del Consiglio di Amministrazione dell’Oil, l’Organizzazione internazionale del Lavoro. Secondo i retroscena circolati ieri sarebbe stato lo stesso Savona a fare il nome di Tria come responsabile del Tesoro. Un’indicazione che non esclude affatto un approccio "battagliero" del nuovo ministro nei rapporti con la Ue.
Collega dell’ex ministro di Forza Italia Renato Brunetta, con lui ha scritto lo scorso anno un articolo a doppia firma sul Sole24ore dove non si risparmiavano critiche a un’eurozona troppo germanocentrica. Quanto alla moneta unica «non ha ragione chi invoca l’uscita dall’euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali», ma non ha ragione neppure chi sostiene che l’euro è irreversibile. Bisogna cercare soluzioni condivise e cambiare insieme» perché uscire dall’euro da soli «significa pagare solo costi senza benefici».
Tria è convinto sostenitore della necessità di sostenere la crescita economica attraverso un allentamento del peso del fisco. Il suo obiettivo, come scritto a suo tempo, è quello di spostare il gettito dalle tasse sui redditi a quelle sui consumi «una scelta sostenuta da molto tempo anche dalla raccomandazione europee e dell’Osce». (Nicola Pini)
Esteri: Enzo Moavero Milanesi (foto sotto)
Non ostile all’ispirazione generale di M5S, più lontano dalla Lega benché sia "padano", il probabile nuovo ministro degli Esteri "tecnico" rassicura il Quirinale e, di conseguenza, contribuisce insieme con la nomina di Tria a rasserenare il clima sui mercati (o, almeno, questo è l’auspicio da verificare). E l’arrivo di un "montiano" in una delle caselle più rilevanti del governo segnala anche che nella trattativa con il Colle Di Maio e Salvini hanno dovuto fare un bagno di realtà e i conti con un quadro internazionale che non poteva essere ignorato.
In ogni caso non c’è solo la Ue. E giocare il nome di Moavero Milanesi come titolare degli Esteri significa porre la nostra diplomazia sotto una guida esperta, di alta credibilità (e sicura affidabilità) in sede comunitaria, che però dovrà impegnarsi subito anche su altri tavoli delicati. Il primo è quello della triangolazione Europa-Russia-America di Trump. È di ieri l’apertura ufficiale di una guerra dei dazi con Washington e non sono un mistero le simpatie leghiste (soprattutto) e pentastellate per Putin. Nel contratto alla base dell’inedita maggioranza c’è la rimozione delle sanzioni contro Mosca, dannose per le nostre aziende, certo, ma funzionali a evitare mosse espansive fuori dalle regole da parte del Cremlino. Per l’atlantista Moavero una partita non semplice. (Andrea Lavazza)
Giustizia: Alfonso Bonafede (M5S)
Classe 1976, siciliano di Mazara del Vallo, il nuovo Guardasigilli Alfonso Bonafede è legato a Firenze, dove si è laureato in Giurisprudenza (poi ha preso un dottorato), esercita come avvocato ed è stato cultore della materia di Diritto privato, la stessa del professor Giuseppe Conte, di cui si dice sia stato il primo sponsor nei rapporti con M5s. Nel 2006 è entrato nel gruppo "Amici di Beppe Grillo". Nel 2009 si è candidato a sindaco racimolando l’1,82% dei voti al primo turno (Matteo Renzi, eletto poi al ballottaggio, prese il 47%). È deputato dal 2013. Nella scorsa legislatura, ha sostenuto la legge sul divorzio breve e votato contro la riforma penale. La tenacia gli è valsa il soprannome di «Mr Wolf» (come un personaggio del film «Pulp fiction»), perché lo chiamano ogni volta che c’è da risolvere un problema. A via Arenula porterà le proprie convinzioni, fra cui quella che il decorso della prescrizione vada bloccato all’avvio del processo, che si debba introdurre la «reformatio in peius» (cioè che in appello l’imputato possa subire una condanna più severa del primo grado, anche quando è lui il ricorrente) e che «un magistrato possa fare politica, ma senza tornare in toga». (V.R.S.)
Affari europei: Paolo Savona (foto sotto)
Cagliaritano, 81 anni, economista di fama, già ministro con Ciampi, carattere forte – è stato la pietra dello scandalo del primo tentativo di Conte per un governo gialloverde, drammaticamente saltato domenica scorsa proprio a causa dell’insistenza di Salvini (e Di Maio) ad avere in via XX Settembre quello che era diventato un simbolo anti-euro inaccettabile per Mattarella. Forse Savona ha solo lasciato dire, e non aveva in animo di attuare il piano per stampare lire e cambiare moneta in un weekend. Savona rischia di avere poco spazio di manovra a Bruxelles, dove non arriva con un buon biglietto da visita, malgrado il suo più che rispettabile cursus honorum accademico e politico. Più probabile che trovi spazio nel dibattito italiano, pure all’interno dell’esecutivo, dando voce alle istanze più critiche verso le scelte dell’Unione europea. (Andrea Lavazza)
Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta: Riccardo Fraccaro (M5S)
Ambiente: Sergio Costa (foto sotto)
Il generale che scoprì la Terra dei fuochi. Napoletano, classe 1959, laureato in Scienze Agrarie con master in Diritto dell'Ambiente il generale di brigata Sergio Costa è il nuovo ministro all'Ambiente. Ha una lunga esperienza nella lotta ai clan e alle ecomafie ed è colui che a suon di inchieste ha rivelato l'esistenza della Terra dei Fuochi in Campania e la discarica dei rifiuti nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio. Comandante dei carabinieri forestali della Campania , ha guidato i forestali della regione fino al loro scioglimento per effetto del decreto Madia, criticato da lui così come dai pentastellati.
Pubblica amministrazione: Giulia Bongiorno (Lega)
Ha difeso nelle aule di giustizia imputati "eccellenti", primo tra tutti Giulio Andreotti, ed è uno degli avvocati penalisti più affermati del Paese: Giulia Bongiorno, senatrice eletta il 4 marzo nelle liste della Lega come indipendente, entra nell'Esecutivo guidato da Giuseppe Conte come ministro della Pubblica amministrazione. Nata a Palermo nel 1966, madre di un figlio, si è laureata con lode in Giurisprudenza nel 1989 e dal 1992 è iscritta all'Ordine degli avvocati. Una carriera iniziata con il premio "Toga d'oro", che viene assegnato ai neo avvocati più brillanti.
Appena 27enne, Bongiorno entra nel collegio difensivo di Andreotti, nei processi di Palermo e Perugia: da allora, altri procedimenti importanti la vedono nel ruolo di difensore, e tra i suoi clienti si ricordano Vittorio Emanuele di Savoia nell'inchiesta di Potenza del pm Woodcock, Sergio Cragnotti nel processo sul crac della Cirio, Raffaele Sollecito, poi assolto in via definitiva dall'accusa di concorso in omicidio per la morte di Meredith Kercher. Inoltre, si è occupata anche di giustizia sportiva: ha assistito Francesco Totti dopo la squalifica del bomber giallorosso per lo sputo a un calciatore danese durante gli Europei del 2004.
Eletta per la prima volta nel 2006 alla Camera, nella lista di Alleanza nazionale, viene rieletta due anni dopo nel Pdl: durante la XVI legislatura è stata presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio. Nel 2010 aderisce a Futuro e Libertà per l'Italia, di cui diventa portavoce nel 2011. Nel 2013 Bongiorno è stata candidata alla presidenza della Regione Lazio, ma non eletta: stesso risultato alle politiche, dove correva per il Senato. Nella sua carriera politica, spicca il suo contributo per l'introduzione nel codice penale del reato di stalking. Un deciso impegno, infine, per la lotta contro la violenza sulle donne, che l'ha vista fondatrice, assieme a Michelle Hunziker, dell'associazione "Doppia difesàa" che offre sostegno, assistenza e tutela alle vittime di questo fenomeno.
Affari regionali: Erika Stefani (Lega)
Avvocato, una carriera politica molto lunga nelle fila della Lega. Erika Stefani, senatrice 47enne alla seconda legislatura è stata indicata da M5s e Lega per il ministero degli Affari regionali. Single, avvocato e "leghista doc", guiderà un dicastero su cui il suo partito conta molto, con Matteo Salvini che ha annunciato che il nuovo governo proseguirà la trattativa sull'autonomia avviata dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia con l'esecutivo Gentiloni. Stefani ha iniziato la carriera politica nel 1999 con una lista civica nel Consiglio comunale di Trissino, in provincia di Vicenza.
Per lo stesso Comune è stata assessore all'Urbanistica e vice sindaco nel 2009. Eletta per la prima volta al Senato nel 2013, ai tempi di Flavio Tosi segretario della Liga veneta, è entrata a far parte della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Si è sempre occupata di temi di giustizia.
Sud: Barbara Lezzi (M5S)
Barbara Lezzi, nata a Lecce 46 anni fa, è la nuova ministra per il Sud. "Grillina" della prima ora, è stata eletta per la prima volta in Senato con il Movimento 5 stelle nel 2013 nella circoscrizione Puglia, seggio che ha riconquistato alle elezioni del 4 marzo scorso contro Massimo D'Alema. A Palazzo Madama è stata vice presidente della commissione Bilancio.
Famiglia e disabilità: Lorenzo Fontana (Lega) (foto sotto)
Ha una laurea in Scienze politiche ed è iscritto al Carroccio da quando aveva 18 anni. È vicesindaco di Verona ed è alla sua prima legislatura a Montecitorio, ma è stato per due mandati parlamentare europeo.
A febbraio, ha pubblicato insieme all’economista Ettore Gotti Tedeschi (ex presidente dello Ior) un saggio sulla denatalità («La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi», edizioni Gondolin), nel quale si analizzano le ragioni del «terribile inverno demografico» dell’Italia, sostenendo che «complici le politiche poco lungimiranti degli ultimi anni, e la precisa scelta di colmare il gap demografico con i flussi migratori, le famiglie italiane sono progressivamente scomparse dalle priorità politiche e nei fatti, oggi, scoraggiate a fare figli». È un assertore convinto del fatto che la politica debba «occuparsi della famiglia, non possiamo perdere altro tempo. I figli sono l’investimento del futuro».
È contrario all’aborto e all’eutanasia, perché «se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale, si arriva ad aberrazioni» ed «è inevitabile che si registrino casi come quello di Alfie Evans in Inghilterra». (V.R.S.)
Difesa: Elisabetta Trenta (M5S)
Politiche agricole: Gian Marco Centinaio (Lega)
Infrastrutture e Trasporti: Danilo Toninelli (M5S)
Nato a Soresina, Cremona, il 2 agosto 1974, dall'inizio della diciottesima legislatura ha svolto il ruolo di capogruppo per il Movimento 5 Stelle al Senato. Laureato in Giurisprudenza a Brescia, dal 1999 al 2001 è Ufficiale di Complemento dell'Arma dei Carabinieri, è stato impiegato per una compagnia assicurativa. Aderisce al Movimento 5 Stelle fondandone il gruppo cremasco. Alle amministrative 2012 si candida consigliere comunale a Crema, ma ottiene 9 preferenze e non viene pertanto eletto. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato; per due anni è stato vicepresidente della I Commissione (Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni) della Camera. Alle elezioni politiche del 2018 è candidato al Senato della Repubblica, in regione Lombardia, come capolista nella quota proporzionale del Movimento 5 Stelle e nel collegio uninominale di Cremona e viene eletto nella quota proporzionale. Nelle trattative per la formazione del governo è stato uno dei pentastellati più vicino al capo politico del M5S Luigi Di Maio.
Istruzione: Marco Bussetti (Lega)
In pratica è un profondo esperto della burocrazia scolastica. La speranza degli insegnanti e del personale amministrativo della scuola è che Bussetti, pur ricoprendo un ruolo dirigenziale, non si dimentichi di quelli che sono i problemi che ogni giorno questi lavoratori della scuola e dell’università devono affrontare nello svolgere la loro professione. Se la scelta di Salvini e Di Maio è ricaduta su una figura tecnica più che politica (anche se Bussetti è ritenuto vicino alla Lega), vuol dire che i due leader lo ritengono l’uomo giusto per guidare il Miur nel governo del cambiamento. Lo sperano anche tutti i professionisti del sistema scolastico, così come gli studenti italiani. Al nuovo inquilino di Viale Trastevere, infatti, toccherà smantellare la Buona scuola. (M.Car.)
Beni culturali e Turismo: Alberto Bonisoli (M5S)
Sposato, ha due figlie e sui suoi profili social scrive di amare «i cani, il cibo, viaggiare». Laureato all'Università Bocconi, ha lavorato nell'ateneo milanese, per l'Unione europea, per il Miur ed i ministeri dell'Educazione di Russia e Turchia, e collaborato con lo Studio Ambrosetti - The European House, prima di andare a dirigere la Domus Academy nel 2008. «Ho lavorato con numerose scuole di arte, moda e design - scrive su Facebook - in Italia ed all'estero, dagli Stati Uniti al Regno Unito, Messico, Cina, India, Cile, Nuova Zelanda, Dubai, promuovendo il Made in Italy ed il nostro, originale modo di insegnare le professioni creative nel mondo».
Salute: Giulia Grillo (M5S) (foto sotto)
Catanese di 43 anni appena compiuti (30 maggio 1975), Giulia Grillo si è laureata in Medicina e chirurgia nel 1999, specializzandosi in Medicina legale e delle assicurazioni nel 2003. Ha perfezionato i suoi studi con un corso su programmazione servizi sanitari all’Università Cattolica di Roma nel 2014. La sua attività politica è iniziata nel 2006 con l’iscrizione al Meetup di Catania. Si è candidata alle regionali siciliane del 2008 con la lista "Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano Presidente". Finora è stata capogruppo alla Camera per il Movimento 5 Stelle. Un’altra donna, quindi, guiderà il dicastero dopo Beatrice Lorenzin. Medico legale, specializzata in bioetica e in valutazioni del danno alla persona, potrebbe rivedere quanto fatto dalla Lorenzin in tema di vaccinazioni obbligatorie. Infatti, pur dichiarandosi favorevole ai vaccini, Giulia Grillo in passato ha posto più di qualche dubbio sulle nuove regole introdotte da chi l’ha preceduta. Un altro tema su cui si è molto battuta è quello legato alla trasparenza sul prezzo dei farmaci. (M.Car.)