Migranti, Cutro. I corpi che riaffiorano. Il nostro mare ascolta le urla di chi muore
Il mare ce li restituisce senza fretta. Uno per volta. Prima i più piccoli, che sono i più leggeri. Ieri mattina, un bambino di tre anni. Poi, poche ore dopo, un altro. Il Mediterraneo è pieno, nei suoi fondali profondi, di morti. Questi più piccoli, in un sabato di Quaresima sembra ce li restituisca: tenete. Come un promemoria. Ricordatevi. Il nostro mare ascolta: le urla di chi chiama i figli nei naufragi, e la musica dal ponte delle navi da crociera. E l’affacciarsi, a giorni, di mastodontici incrociatori scuri, e di ammiraglie cariche di missili. Il nostro mare sta a guardare, regale e apparentemente indifferente. Ma lui lo sa, di quanta morte è stato seminato il suo fondale.
Ansa