Questa sera. Perugia-Assisi, la notte della marcia: «La politica può fermare la guerra»
La marcia si concluderà con una preghiera per la pace sulla tomba di san Francesco
La lunga notte della pace inizierà questa sera alle ore 21 a Perugia e si concluderà domani mattina ad Assisi, alle ore 6, quando è atteso l’arrivo della marcia straordinaria, convocata dal mondo pacifista in corrispondenza del primo anniversario del conflitto in Ucraina. Nove ore ininterrotte per discutere, confrontarsi, camminare e testimoniare, con i fatti, la scelta profetica della nonviolenza.
«Ecco cosa può fare la politica» dicono i promotori della mobilitazione, nell’appello condiviso sui social. Bastano i primi tre punti per chiarire che cosa si aspetta la società civile. «La politica deve riconoscere che è interesse degli ucraini, ma anche dei russi e nostro, che la guerra finisca al più presto e che si cominci a costruire la pace con “soluzioni concordate, giuste e stabili”». In secondo luogo, è necessario ammettere che « la “guerra alla guerra” di Putin non lo sta fermando» e che, punto numero tre, «l’invio nel campo di battaglia di armi sempre più potenti e sofisticate alimenta l’escalation militare, moltiplica gli orrori e innalza il livello dello scontro».
Il prologo e il cammino
Alle ore 21, i partecipanti alla marcia straordinaria Perugia-Assisi si incontreranno nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori per un” incontro di riflessione e proposta” contro tutte le guerre. Tra gli altri, interverranno l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis, Mario Giro, della Comunità di Sant’Egidio, Stefania Proietti, sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire e Flavio Lotti, coordinatore della Marcia.
È proprio Lotti a raccontare le ore che precedono la mobilitazione, che comincerà a mezzanotte. «Si tratta di un’assoluta prima volta - spiega -. Perché abbiamo deciso di testimoniare il nostro “sì” alla pace nel buio della notte: è un gesto radicale, in una fase storica che richiede gesti simbolici radicali». Anche logisticamente, organizzare il percorso in notturna tra i borghi umbri non è cosa banale, ma è significativo che più di 700 persone si siano già iscritte alla marcia, pagandosi il viaggio e le altre spese. «Colpisce che due partecipanti su tre, tra quanti verranno, non fanno parte di associazioni coinvolte nella mobilitazione iniziale - continua Lotti -. È semplicemente gente preoccupata per l’abisso in cui stiamo cadendo, nel silenzio del mondo».
Per il resto, il variegato mondo pacifista, riunito ancora una volta sotto il cartello di Europe for peace, comprende il mondo laico e il mondo cattolico, «l’Anpi e i salesiani» esemplifica Lotti. Per ogni persona che sarà presente, stimano gli organizzatori, ce ne saranno «tante altre che avrebbero voluto esserci e non ci saranno, per ragioni contingenti. Marceremo anche per loro, ben sapendo che la maggioranza dell’opinione pubblica è stufa di bombe e carri armati».
La conclusione, la mattina presto ad Assisi, sarà ancora più simbolica, con la preghiera per la pace sulla tomba di san Francesco, la lettura di un brano della “Pacem in Terris” e la ripresa dell’appello per il cessate il fuoco pronunciato dal Papa lo scorso 2 ottobre.
Le condizioni per la tregua
La giornata di riflessione prevede nella mattinata odierna anche un incontro pubblico organizzato da Articolo 21 sull’informazione di guerra. Il peso della propaganda bellica e la necessità di cambiare linguaggio sono tra i punti-chiave della svolta in senso diplomatico richiesta dai manifestanti. «Ottenere il cessate il fuoco vuol dire fermare i combattimenti e promuovere la de-escalation militare. Sappiamo che è difficile, ma è necessario. Per questo dobbiamo fare ogni sforzo per ottenerlo - si legge nella piattaforma di proposta alla politica -. Servono autorità, visione, volontà di collaborare e potere persuasivo. Sarà necessaria la pressione di molti».
In questo senso, la notte della marcia è un altro passo, il più emblematico forse, del lungo cammino intrapreso quasi un anno fa. Un segnale rivolto all’Italia e all’Europa, in attesa dell’alba.