Attualità

Guerre dimenticate. Ogni due giorni in Yemen un bambino è vittima di una mina

Luca Liverani giovedì 23 marzo 2023

Lo scorso ottobre Maha, 10 anni, di Taiz, ha calpestato una mina mentre raccoglieva la legna da ardere insieme a sua sorella. Portata d'urgenza in ospedale, Maha (la chiameremo così per proteggere la sua privacy) ha perso l'occhio sinistro e la mano destra. Sua sorella Maya, 16 anni, ha subito gravi ferite a entrambe le gambe. «Se dovessi raffigurare la guerra, disegnerei mani amputate, occhi feriti, persone che camminano con le stampelle», racconta Maha. La sua storia è una delle tante che si ripetono continuamente in Yemen.

È una guerra di cui si parla pochissimo, ma che continua a massacrare civili. Tra cui tantissimi minori. L'anno scorso in Yemen un bambino è stato ucciso o ferito in media ogni due giorni da mine o altri ordigni esplosivi: è il numero più alto degli ultimi cinque anni secondo il Rapporto “Ad ogni passo un rischio”, diffuso oggi da Save the Children. Dopo otto anni di conflitto, il Rapporto ricorda che sono i più piccoli a pagare il prezzo più pesante. L’Organizzazione chiede un'azione immediata per proteggere i bambini da queste armi mortali.

Jamal, 14 anni - Carla Di Pardo

Secondo la nuova analisi dell’Organizzazione – sul periodo che va da gennaio 2018 a novembre 2022 – il numero di bambini vittime di violenza armata diretta, causata da attacchi aerei, bombardamenti o fuoco incrociato, è complessivamente diminuito dal 2018, ma i bambini feriti da ordigni esplosivi sono aumentati: da uno ogni cinque giorni nel 2018 a uno ogni due nel 2022. Il protrarsi del conflitto in otto anni ha disseminato il Paese di mine e ordigni inesplosi: nel 2022 le vittime infantili sono salite a 199 (il 55% delle vittime infantili complessive) triplicate rispetto alle 68 del 2018. E la percentuale di feriti e morti tra i bambini causati da ordigni esplosivi è aumentata paradossalmente durante i sei mesi di tregua mediati dalle Nazioni Unite l'anno scorso, quando le famiglie sono potute tornata a casa nei territori che erano stati campi di battaglia.

I bambini in Yemen rischiano di imbattersi in mine e residuati bellici esplosivi mentre giocano, raccolgono la legna da ardere, acqua o si occupano del bestiame anche perché non sanno identificarli. «Mentre lo Yemen entra nel suo nono anno di conflitto, questo Rapporto ci ricorda l'impatto devastante che la guerra sta avendo sui bambini, la parte più vulnerabile della popolazione», dichiara Ashfaq Ahmad, vicedirettore di Save the Children in Yemen. Decenni di ripetuti conflitti armati hanno lasciato in Yemen una devastante eredità di ordigni esplosivi. Con il sistema sanitario sull'orlo del collasso, i bambini feriti non hanno accesso alle cure a lungo termine per recuperare la mobilità, tornare a scuola e reintegrarsi.

Taiz, due studenti vanno a scuola - Carla Di Pardo

I bambini che vivono nei campi di sfollati sono più esposti al rischio di mine e ordigni esplosivi, per la mancanza di educazione e perché si trovano in aree ad alta probabilità di inondazioni. Dei 194 bambini vittime di ordigni esplosivi che Save the children ha sostenuto tra il 2020 e il 2022, quasi uno su quattro era sfollato.

Jihad, volontario dell’organizzazione a Taiz, anni fa ha calpestato una mina e ha una protesi alla gamba. Ora mette a disposizione la sua esperienza per aiutare i bambini a vivere senza rinunciare ai loro obiettivi. «Abbiamo iscritto Maha e Maya al nostro programma di sostegno psicosociale» racconta Jihad, che sta aiutando la famiglia. Le lesioni più comuni comprendono l'amputazione degli arti superiori o inferiori, la perdita della vista o dell'udito, disabilità permanenti a causa di lesioni alla colonna vertebrale. Senza contare le conseguenze psicologiche: difficoltà a dormire, paura e ansia.

Save the Children chiede a tutte le parti in conflitto di proteggere i bambini: abbandonando l'uso delle mine, bonificando le aree minate, sensibilizzando le comunità sui rischi. L’ong – che lavora in Yemen da 60 anni - esorta i donatori a finanziare completamente il Piano di risposta umanitaria per lo Yemen, che ammonta a 4,3 miliardi di dollari, a stanziare risorse per la salute mentale e il supporto psicosociale per i bambini e a far sì che i responsabili rispondano delle loro azioni.

Tareq, 12 anni, ferito da un missile - Carla Di Pardo

La campagna “Bambini sotto attacco” di Save the Children prevede anche una petizione al Governo italiano per ampliare la giurisdizione universale al fine di perseguire i responsabili di gravi violazioni dei loro diritti in qualsiasi parte del mondo, documentare i crimini contro i minori e stanziare risorse per rafforzare i meccanismi esistenti. Con la campagna “Bambini sotto attacco”, Save the Children Italia è anche tra le prime organizzazioni no profit a entrare nel Metaverso, grazie alla collaborazione con la società Coderblock. L’ong racconta ai visitatori le storie dei bambini in zone di conflitto. Cliccando su Entra nella casa di Save The Children (coderblock.com), si potrà accedere da pc, creare il proprio avatar in 3D e interagire con diversi contenuti multimediali legati alla campagna.