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Guerra. «Un ucraino su tre è sfollato». Caritas assiste un milione 200 mila persone

Luca Liverani lunedì 16 maggio 2022

Un ucraino su tre è fuggito dalla sua casa a causa della guerra. Sfollato all'interno del Paese o rifugiato nei paesi vicini o più lontano ancora. L'invasione russa del 24 febbraio ha determinato infatti quasi 14 milioni di sfollati. Di quasi un decimo se n'è fatta carico la Caritas, oltre 1 milione e 200 mila persone. «E dobbiamo ricordare che dietro ogni numero c'è un volto umano», ricorda Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, in una conferenza stampa presso la Radio Vaticana sul lavoro della Confederazione Caritas nel Paese e sulla situazione umanitaria.

Sono dunque 1.223.632 le persone assistite - dati aggiornati al 6 maggio - da Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina attraverso i 50 centri locali distribuiti in tutto il Paese.Gli aiuti alimentari hanno raggiunto finora 965.104 persone. La fornitura di kit alimentari di grandi dimensioni da utilizzare per un lungo periodo di tempo (due settimane o un mese) sta iniziando a prevalere nella fornitura di assistenza alimentare. Poi c'è l'emergenza alloggi: dove possibile, gli uffici Caritas locali forniscono alloggi temporanei agli sfollati interni che intendono rimanere nella propria regione e a coloro che si stanno dirigendo verso il confine per trovare rifugio in Europa. Ad oggi, 206.052 persone hanno usufruito di rifugi e alloggi.

Anche la distribuzione di kit igienici, solo apparentemente meno necessari - è parte essenziale dei programmi riguardanti la fornitura di acqua e servizi igienico-sanitari. Ad oggi, sono stati forniti 431.135 kit igienici. Sul fronte della salute, sono state 62.671 le persone che hanno ricevuto medicinali e altro tipo di assistenza medica. In molte aree, la Caritas offre anche programmi di supporto psicologico. Particolare attenzione alle attività ricreative e psicologiche, soprattutto rivolte ai bambini. Diversi centri locali della Caritas svolgono attivamente un lavoro di sensibilizzazione e informazione nei luoghi di residenza collettiva degli sfollati interni al fine di mettere in guardia specialmente i giovani e le donne con bambini sul pericolo dei trafficanti di esseri umani.

Secondo l'Acnur circa 13,7 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la casa. In Ucraina, almeno 7,7 milioni di persone sono internamente sfollate, mentre più di 6 milioni di persone hanno attraversato i confini internazionali in cerca di rifugio dopo la distruzione delle loro abitazioni, dei villaggi e delle città. In Polonia, la rete Caritas diocesana si è attivata immediatamente per aiutare a fornire assistenza ai rifugiati che attraversano il confine dall'Ucraina. Dall'inizio della guerra, 3,3 milioni di rifugiati sono entrati nel Paese. I centri Caritas hanno fornito un rifugio a circa 8.300 famiglie e hanno dato alloggio ad altri 37.000 rifugiati in case private; 1,5 milioni di pasti a oltre 537.000 persone; 19,5 mila persone hanno beneficiato dell'assistenza Caritas nei trasporti; 2 mila persone hanno beneficiato di assistenza legale; 5 mila persone hanno ricevuto supporto psicologico, 5.600 persone (circa 2000 famiglie) sono state sostenute economicamente.

Caritas Romania sta lavorando per soddisfare le esigenze dei 901.696 rifugiati arrivati nel Paese. Fino ad oggi, 4.000 rifugiati hanno ricevuto assistenza, di cui 2.600 sono ospitati in strutture di accoglienza Caritas Ungheria sta accogliendo i 594.664 rifugiati provenienti dall'Ucraina. La Caritas è particolarmente attiva al valico di frontiera di Barabás-Mezőkaszony, dove arrivano molti ucraini e ucraino-ungheresi. In Moldavia, la Caritas ha recentemente aperto un centro di accoglienza per rifugiati. Al 12 maggio, dei 461.742 rifugiati hanno potuto contare su 44.403 pasti caldi, 29.797 persone di assistenza in denaro; supporto psico-emotivo per 1.495 persone; 1.128 persone con cibo e beni essenziali; servizi di alloggio integrato per 671 persone.

Caritas Slovacchia è stata la prima organizzazione umanitaria del Paese attiva al confine con l'Ucraina, ed è stata presente in tutti e tre i valichi di frontiera con l'Ucraina sin dal primo giorno del conflitto. Al 12 maggio, 415.402 rifugiati dall'Ucraina sono entrati nel Paese. Caritas Slovacchia ha più di 76 punti di raccolta in tutto il Paese, dove le persone possono portare beni e generi alimentari. Nella risposta alla crisi ucraina, sono coinvolti 25.000 dipendenti e 1.000 volontari. Nella Repubblica Ceca, dove si stima siano arrivati 425.000 rifugiati dall'Ucraina a partire da febbraio, la Caritas nazionale ha creato una rete di Centri regionali di aiuto e assistenza all'Ucraina per fornire aiuti, alloggi e assistenza ai rifugiati: a 114.051 persone sono stati dati aiuti alimentari; a 52.518 kit igienici; a 43.551 vestiti; alloggio per 16.345 persone. Caritas Bulgaria ha sostenuto quasi 2.000 rifugiati dall'Ucraina e sta concentrando i suoi sforzi per soddisfare le esigenze di base in termini di alloggi, cibo, prodotti non alimentari e supporto sociale dei rifugiati nel Paese. Al 3 maggio, 25.852 rifugiati provenienti dall'Ucraina erano entrati nel Paese.

Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, denuncia la «cieca violenza contro civili innocenti in Ucraina». «La guerra non è una soluzione e la pace deve avere una possibilità», sostiene Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis, la confederazione di 162 organizzazioni Caritas nazionali. «So che c'è la medicina, la medicina della Chiesa, la medicina di una forma di speranza. Ed è la nostra vocazione come famiglia condividere questo tra le persone che ci sono vicine. Grazie per il vostro sostegno», dice invece padre Vyaceslav Grynevych, segretario generale di Caritas Spes.Grynevych e Stawnychy hanno potuto incontrare ieri papa Francesco a Casa Santa Marta. «Con il Santo Padre abbiamo parlato di persone, di esperienze, di vita. Il Papa ci ha anche raccontato di come è stato toccato dall'incontro con i bambini ucraini al Bambino Gesù traumatizzati dalla guerra. Ha mostrato il suo sostegno e la sua vicinanza all'Ucraina», riferisce padre Grynevych.