Sanità. Gruppo San Donato e Upmc vogliono l'ospedale Fatebenefratelli
Due offerte sono sul tavolo per rilevare l’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, struttura che attraversa da anni una situazione finanziaria delicata, a causa di una forte esposizione debitoria. Da una parte si è fatto avanti il Gruppo San Donato, il maggiore del Paese, che concentra i suoi interessi soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna; dall’altra, concorre all’acquisizione dello storico nosocomio della Capitale, la divisione italiana della multinazionale statunitense University of Pittsburgh Medical Center (Upmc). Dopo mesi di trattative con i vertici dell’Ordine ospedaliero San Giovanni di Dio, proprietario del nosocomio, ad uscire allo scoperto ieri è stato il Gsd che ha comunicato di aver depositato «un’offerta vincolante per il salvataggio dell’ospedale», ammesso, dal 2015, con un decreto del tribunale di Roma, alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale.
«L’offerta – spiega il Gruppo milanese – è volta al risanamento e al rilancio di un’eccellenza sanitaria, così come avvenuto nel 2012 con il sal- vataggio dell’Ospedale San Raffaele di Milano». Nelle intenzione del Gsd (17.000 dipendenti, 56 strutture, di cui 3 istituti di ricovero e cura a carattere scientifico - Policlinico San Donato, San Raffaele, Istituto Ortopedico Galeazzi -), sarebbe pronto un «forte investimento nella struttura ospedaliera» per «riportarla ai più alti livelli in ambito clinico, assistenziale e gestionale».
La strategia del Gruppo, evidenzia il vicepresidente Paolo Rotelli, per la prima volta si rivolge alla regioni del Centro e del Sud. «Nel solco della tradizione – dice Rotelli –, continuiamo a investire nella buona sanità e mettiamo a disposizione il nostro know how per contribuire a valorizzare un patrimonio unico della sanità romana, nella salvaguardia della sua matrice culturale e religiosa. Per noi, come per il Fatebenefratelli, al centro vi è sempre stata e ci sarà sempre la centralità della persona, del paziente, e la loro cura». Ancora nulla di ufficiale invece sul fronte Upmc.
Interpellato da Avvenire, il vertice italiano del colosso Usa (oltre 90mila dipendenti, 40 ospedali e 700 tra studi medici e ambulatori, per un fatturato di 23 miliardi di dollari) non ha né confermato né smentito la notizia, preferendo non commentare. Upmc vanta già una presenza consolidata a Roma, dove detiene l’ospedale privato Upmc Salvator Mundi International e dove eroga servizi di radioterapia e radiochirurgia nell’Hillman Cancer Center San Pietro Fbf. Altri centri Upmc sono presenti a Palermo (l’Irccs Ismett è frutto di una partnership con la Regione Siciliana), a Mirabella Eclano (Avellino) e a Chianciano Terme (Siena). Inoltre, l’azienda è tra i soci fondatori, in Sicilia, di Fondazione Ri.Med, dedicata alla ricerca biomedicale, per cui è in costruzione un innovativo centro a Carini (Palermo), che prevede di impiegare circa 600 persone.