Beppe Grillo si riprende le redini del
M5s e prova correggere la rotta che, a causa della bufera che ha
colpito la giunta guidata da
Virginia Raggi, rischia di mettere
in sera discussione il futuro del Movimento.
Prima una riunione
fiume con il direttorio al gran completo e poi a sera un comizio
a Nettuno insieme a tutti i big grillini per ribadire il
sostegno alla prima cittadina della Capitale, ma
contemporaneamente, mandare un messaggio diretto proprio al
Campidoglio:
Virginia va avanti ma "noi vigiliremo".
Un primo
assaggio viene dal no netto, spiegato da Luigi Di Maio sul palco
di Nettuno, alle Olimpiadi di Roma ( non accettiamo questa
logica, dice). Grillo non si concede un attimo di riposo. Tutto pur di
salvare le sorti pentastellate. Un mission per nulla semplice
viste le resistenze della prima cittadina di Roma.
In
Campidoglio per tutto il giorno, la Raggi ostenta sicurezza e
tranquillità facendo intuire perfettamente di essere pronta a
discutere una tregua "armata" solo con il comico genovese.
Nessun faccia a faccia tra i due, ma solo una telefonata per
raggiungere un intesa. La sindaca accetta il
passo indietro
(imposto)
per il vice di gabinetto Raffaele Marra, ma difende ad
oltranza Paola Muraro che per ora resta al suo posto.
"
È stata una giornata difficile", esordisce dal palco del
comune sul litorale romano il leader
M5s attorniato da tutti i
membri del
direttorio. Poche parole per lasciare spazio ai big
pentastellati (
Di Maio per primo costretto a fare ammenda
sull'ormai famosa mail) che, insieme a
Grillo, non risparmiano
accuse contro un "sistema compatto che agisce contro M5s".
La
strategia comunicativa è chiara: dare di nuovo l'immagine
di un Movimento compatto dopo una giornata in cui a tenere banco
sono state le divisioni e le spaccature nella gestione del caos
romano. Non è un caso infatti che sin dalle prime ore del
mattino i pentastellati abbiano preso d'assalto i social network
per rispedire al mittente ogni accusa. Il primo ad irrompere è
Alessandro di Battista che affida ad un lungo post la difesa
del M5s bollando gli attacchi come un"accanimento senza
precedenti legato al tema delle riforme e a quello delle
olimpiadi".
Sarà poi il caminetto di guerra - in una località vicina a
Nettuno - presente il vicesindaco Daniele Frongia, a cui
prendono parte Grillo ed i componenti del direttorio nazionale e
romano, a decidere le
contromosse.
L'obiettivo del leader M5s è
quello di trovare un accordo che eviti di andare allo scontro
frontale con la sindaca, con il rischio di pesanti ricadute a
livello nazionale per il futuro del Movimento. L'intesa viene
raggiunta dallo stesso Grillo in una telefonata alla Raggi in
cui il comico ligure ribadisce l'esigenza di "restare uniti
perchè Roma è una grande opportunità per i 5 stelle". Che la
situazione resti però tesa lo dimostra il fatto che tra i due
non ci sia stato
nessun faccia a faccia. Da parte della prima
cittadina non ci sarebbe stato nessun problema ad incontrare il
leader pentastellato se quest'ultimo avesse deciso di
raggiungerla in Campidoglio.
Ma se il direttorio deve incassare il niet al passo indietro
della Muraro, la prima cittadina romana dovrà rivedere la
squadra dei suoi fedelissimi. "Non ho paura e vado avanti con la
mia giunta", ribadisce la sindaca in un intervento video sul
blog di Grillo in cui torna a difendere l'assessore all'ambiente,
facendo sapere che se ci saranno "illeciti non faremo sconti".
La sensazione però è che la
resa dei conti sia solo rinviata.
Tnat'è che le altre forze politiche ora alla finestra in attesa
di capire come andrà a finire il braccio di ferro interno al
Movimento non risparmiano accuse: "Meno omissioni e più
coerenza", chiede il capogruppo del pd alla Camera Ettore
Rosato, mentre Deborah Bergamini di Forza Italia considera la
Capitale "ostaggio di guerre intestine e incompetenza". Ad
alzare la voce sono anche gli ex grillini come Adriano
Zaccagnini, ora in sinistra italiana, che punta il dito contro
"le mele marce che sono nel direttorio e che rovinano il
Movimento".