Il caso. La disfatta alle Regionali accelera la resa dei conti nei 5 stelle
Beppe Grillo e Giuseppe Conte
L’ambo secco sulle ruote di Bologna e Perugia ha ridato parecchio fiato al centrosinistra, anche e soprattutto in prospettiva "campo largo". Eppure c’è chi, come il Movimento 5 stelle, è rimasto ai bordi del successo elettorale ed è ancora lì a leccarsi le ferite. Partiamo dai numeri, che in genere non mentono mai. In Emilia Romagna non si va troppo lontano dal vero nel definire quella dei 5 stelle una disfatta, con appena il 3,6%; nella coalizione a sostegno di Michele De Pascale perfino la lista civica ispirata al neo presidente ha fatto meglio. Rispetto a pochi mesi fa, elezioni Europee, i 5 stelle hanno esattamente dimezzato i consensi, visto che allora avevano conseguito un 7,2%. In casa grillina si puntava almeno a non scendere sotto i 100mila voti, ma alla fine ne sono stati contati appena poco oltre la metà: 53 mila. E dire che l’Emilia Romagna è stata una delle regioni in cui il Movimento a suo tempo – ma sembrano passate diverse ere geologiche – ha preso vita.
Anche in Umbria la performance elettorale dei grillini è tutta da dimenticare, con il 4,8% raccolto e una dilapidazione dell’8,7% raccolto invece alle Europee e al 7,4% delle regionali del 2019. Una debacle che si completa con le amministrative ad Anzio e Nettino, sul litorale romano. Di poco conto? Fino a un certo punto, perché a Nettuno i 5 stelle nella precedente tornata avevano vinto da soli, mentre ora si sono fermati a un misero 5%
E adesso la partita torna a farsi tutta interna per il partito di Giuseppe Conte e – ma ancora forse solo per qualche settimana - di Beppe Grillo, con alle viste l’assemblea che potrebbe non sollo mettere definitivamente alla porta il comico genovese, ma anche cambiare volto, forse perfino il nome, al Movimento. Conte a Perugia nella serata di lunedì non è neppure andato, insieme agli altri leader del centrosinistra, per festeggiare Stefania Proietti, anche se i suoi “aficionados” danno molto peso soprattutto a questo successo, ma sempre in chiave interna e guardando alla Costituente del Movimento. «Il Movimento adesso deve ripartire con questo spirito, abbiamo costruito un percorso solido», ha detto ad esempio Roberto Fico.
L’incognita resta sempre quella di Beppe Grillo: dal suo entourage trapela un “ce lo aspettavamo”, dopo quello che è accaduto in Liguria. Ma nella cerchia ristretta del fondatore sono ora concentrati sulla convention romana e sulla presenza o meno di Grillo, che però solo all’ultimo dovrebbe decidere. E, presente o assente, pesare ancora parecchio nella storia a 5 stelle.