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Seminario Mcl. "Green deal europeo", le sfide per i lavoratori

Redazione Romana giovedì 10 ottobre 2024

Il presidente Mcl e segretario generale FederAgri Alfonso Luzzi

«La posta in gioco è alta: il futuro dell'agricoltura europea. E con essa la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale del Continente...». Alfonso Luzzi è a Catania. Per un confronto largo su Green deal europeo e le sfide per i lavoratori. Per partire dalla Sicilia «terra ricca di storia agricola e dunque capace di giocare un ruolo chiave in questa transizione» e allargare lo sguardo all'Italia, all'Europa. Sarà una due giorni di riflessione. Di proposte. Di strategie. Luzzi, presidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori e segretario generale FederAgri aprirà i lavori oggi alle 15. Partirà da Catania per mettere in moto «un processo più ampio, da cui dovrà partire un movimento che coinvolga agricoltori, consumatori, politici e scienziati. Un movimento che veda nella terra non solo un mezzo di produzione, ma un ecosistema da preservare e valorizzare».

La sfida è lanciata. Luzzi ha in testa due grandi sfide: famiglia e lavoro. Allargando lo sguardo. Immaginando proposte che tengano conto della realtà europea. E allora ecco questo Seminario internazionale di Studi europei. «Un momento di svolta per il futuro dell'agricoltura siciliana ed europea», dice con una punta di orgoglio Luzzi. E spiega: «Le discussioni e le decisioni che emergeranno da questo evento avranno ripercussioni significative sul modo in cui coltiveremo il cibo, gestiremo le risorse naturali e affronteremo il cambiamento climatico nei prossimi decenni. La Sicilia si prepara a diventare un laboratorio per un'agricoltura più sostenibile, innovativa e resiliente, in linea con gli obiettivi ambiziosi del Green deal europeo». Ma che cos'è davvero questo Green deal? A novembre 2019 il Parlamento europeo ha preso atto dell’emergenza climatica. In pochi giorni la Commissione Ue ha presentato una nuova strategia, denominata Green deal europeo, articolata in una serie di piani d’azione e volta a concretizzare l’impegno europeo per il raggiungimento della neutralità climatica. La prima sfida? Ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Clima e lavoro si accavallano. A Catania, chiamati dall'Mcl, arriveranno politici e studiosi di mezza Europa. Ci sarà Pedro Matos Soares, già ministro del Lavoro portoghese. E ci sarà Joseph Thouvenel, vicepresidente della Confederazione Cfct francese. E non mancherà il saluto dell'arcivescovo di Catania monsignor Luigi Renna. Tutti con la testa a una grande tema che interroga l'Europa: Green deal e lavoratori. «Non è solo una sfida, ma anche un'opportunità per ripensare il rapporto tra agricoltura, ambiente e comunità rurali», insiste Luzzi che chiosa: «Offre la possibilità di dimostrare che l'agricoltura può essere un settore chiave nella lotta al cambiamento climatico, creando al contempo occupazione di qualità e promuovendo uno sviluppo rurale sostenibile. Qui a Catania si avrà la responsabilità di tradurre le discussioni in azioni concrete, trovando il modo di bilanciare la saggezza delle pratiche agricole tradizionali con l'innovazione tecnologica, la produttività con la sostenibilità ambientale». A Catania tutto è pronto. E Luzzi prova ancora a dare il senso della "due giorni": «È proprio sul tema della sostenibilità e dell’impatto che il Green Deal avrà sul mondo dei lavoratori e delle imprese agricole che intendiamo concentrare le nostre proposte, rifuggendo da posizioni estremiste e con l’obiettivo di costruire una stretta alleanza tra il mondo agricolo e ambientale... Le manifestazioni di protesta che hanno caratterizzato gli scorsi mesi con i trattori in piazza sono l’indice di un malessere e di paure profonde che attraversano il mondo agricolo di cui le istituzioni devono tenere conto. La crisi climatica, i costi di produzione crescenti, la concorrenza sleale, le grandi multinazionali, sono timori legittimi e concreti, che le modifiche ai tempi di attuazione ed ai parametri da raggiungere devono recepire per rendere il Green deal non un moloch ma un obiettivo raggiungibile e condiviso, ineludibile per il futuro del nostro pianeta»