Sottosegretaria Boschi. «Contro droga e alcol un patto con gli studenti»
Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio (Ansa)
Contro le droghe serve un patto tra studenti, insegnanti e famiglie. «Ci siamo dati tempi molto stretti: per attuare questo protocollo lavoreremo anche ad agosto. Non dobbiamo sprecare l’occasione del prossimo anno scolastico, ma essere operativi già in autunno, anche se il piano è su tre anni». Il Dipartimento delle politiche antidroga parla di 90mila adolescenti a rischio. Per questo Maria Elena Boschi è convinta che bisogna partire da un’informazione accurata e scientificamente corretta. L’obiettivo del protocollo, che la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio ha appena sottoscritto col Miur, è ampio e ambizioso.
Droghe del sabato sera e molto alcol. Per 'divertirsi', socializzare, superare fragilità. Come convincere i giovani che i rischi sono troppi?
Il progetto è anche contro l’abuso di alcol, dramma forse più diffuso ma meno avvertito. Come Presidenza del Consiglio abbiamo finanziato questi progetti con tre milioni di euro perché è fondamentale partire dalla scuola: oltre agli studenti, vogliamo coinvolgere le famiglie, che devono svolgere un ruolo di sostegno. Senza dimenticare che l’abuso di stupefacenti o di alcol è collegato, in alcuni casi, a un disagio familiare.
La novità è anche la formazione dei docenti.
Sì, è un progetto a 360 gradi. E un punto rilevante è la sensibilizzazione sulle nuove droghe: c’è una forte accelerazione, provocata da una commercializzazione sul web e dall’introduzione continua sul mercato di nuove sostanze a costi bassi. L’Osservatorio Europeo delle droghe ci dice che dal 2013 ne sono state individuate altre 300. Alcune sono anche difficili da individuare: penso alle cosiddette 'droghe da stupro' diffuse soprattutto nelle discoteche per allentare i freni inibitori delle vittime, che in molti casi non le assumono consapevolmente, ma miscelate nei drink. Gli insegnanti devono essere aiutati ad aggiornarsi.
Per molti il drogato è ancora l’eroinomane, il 'tossico' che si emargina. Ma oggi il problema è più insidioso perché chi abusa conduce una vita normale.
Purtroppo a volte è così. Pensiamo a quante vittime abbiamo pianto per incidenti stradali causati da persone apparentemente 'normali' che guidavano sotto l’effetto di alcol e droghe. Con il governo Renzi abbiamo dato un giro di vite alzando le pene per l’omicidio stradale causato in stato di ebbrezza o sotto stupefacenti con l’obiettivo della deterrenza. E come Dipartimento abbiamo approfondito l’abuso di stupefacenti delle donne, che sono meno a rischio degli uomini, ma sempre più spesso abusano di medicinali e psicofarmaci. L’ennesimo caso di tossicodipendenza nascosta, che richiede una grande azione culturale preventiva. Anche il Papa ha ribadito che le droghe inducono a una condizione di schiavitù. E vogliamo partire dalle scuole per far capire ai giovani che con l’acquisto finanziano la criminalità organizzata. Ma che prima di ogni altra cosa mettono a rischio la loro salute e la loro autonomia. Dicendo con chiarezza che nemmeno l’uso sporadico va sottovalutato: spesso parte da lì la dipendenza, anche se alcuni pensano di smettere quando vogliono, mentendo a se stessi.