Tragedia in montagna. Gran Sasso, tre alpinisti morti in poche ore
Natale tragico sul Gran Sasso, con tre alpinisti morti in poche ore. Il primo allarme al Soccorso alpino è scattato nel pomeriggio del 25 dicembre, quando una donna non ha più dato notizie ai familiari che l'attendevano a casa. Dopo un'intera notte di ricerche, supportate anche dall'elicottero dell'Aeronautica militare, il corpo è stato ritrovato questa mattina nel vallone dei Ginepri, a circa 2.500 metri di quota. Secondo la ricostruzione dei soccorritori, l'escursionista aveva intenzione di salire in vetta al Corno Grande (2.912 metri), ma è precipitata scivolando su un lastrone di neve.
Il Soccorso alpino durante le operazioni sul Gran Sasso - Ansa
Proprio mentre i tecnici del Soccorso alpino abruzzese stavano recuperando il cadavere della donna, è scattato un secondo allarme, questa volta per una cordata precipitata poco sotto la vetta della montagna. Dopo aver pernottato al rifugio Franchetti, sul versante teramano del Gran Sasso, un gruppo di quattro alpinisti ha attaccato la ferrata “Ricci” che conduce alla vetta Orientale del Corno Grande. Probabilmente per il ghiaccio trovato in parete, due sono scivolati precipitando a valle e compiendo un volo che non ha lasciato loro scampo. Le vittime sono Ryszard Barone, 25 anni e Andrea Antonucci, 28, entrambi di Corfinio, cittadina in provincia dell'Aquila. I due, secondo le prime informazioni, erano con un'altra coppia di alpinisti ed arrampicavano tecnicamente “in conserva”, cioè legati tra di loro a due a due, quando sono scivolati, precipitando per un migliaio di metri. I due superstiti, tra cui un tecnico del Soccorso alpino, hanno subito lanciato l'allarme.
«Paghiamo l'inesperienza»
«Quest'anno le condizioni del Gran Sasso sono particolarmente infide», ricorda Davide Di Giosaffatte, presidente del Collegio delle guide alpine abruzzesi. «Sulla montagna non c'è tantissima neve - prosegue l'esperto - ma è presente molto ghiaccio su cui si è depositato uno strato di nevischio trasportato dal vento e, quindi, particolarmente instabile. In queste condizioni, la salita al Gran Sasso è consigliata soltanto ad alpinisti esperti ed attrezzati, ma con anche una buona conoscenza della montagna. Chi non è ben preparato è meglio che rinunci o che si affidi alle guide alpine locali. In tanti anni di attività su questa montagna - conclude Di Giosaffatte - non mi era mai capitato di assistere a un così alto numero di incidenti mortali in un breve lasso di tempo. Per questo, ripeto, chi vuole salite deve farlo con la giusta preparazione e consapevolezza. Altrimenti, come abbiamo purtroppo dovuto constatare in queste ore, le conseguenze possono essere anche molto tragiche».