La nuova legge. Utero in affitto, la Lega vuole il carcere fino a 10 anni
Palazzo Madama, sede del Senato
Su un testo che sinora ha avuto un’impronta più marcata di Fdi e di Giorgia Meloni, quello che istituisce il “reato universale” di ricorso alla maternità surrogata, prova a mettere il timbro in modo forte anche la Lega di Matteo Salvini. In commissione Giustizia al Senato, infatti, il Carroccio ha presentato due emendamenti con primo firmatario il capogruppo Massimiliano Romeo. Nel più importante, si propone un’ulteriore stretta contro chi ricorre alla gestazione per altri, da punire, secondo la Lega, con la reclusione da 4 a 10 anni e una multa da 600 mila a 2 milioni di euro.
L’emendamento-Romeo prevede anche la sanzione per il pubblico ufficiale che registra i figli nati da surrogata «ai sensi dell’articolo 567, secondo comma, del Codice penale». Il 567 si occupa di reprimere l’«alterazione di stato», e al secondo comma indica la reclusione da 3 a 10 anni per chi «nella formazione di un atto di nascita, altera lo stato civile di un neonato, mediante false certificazioni, false attestazioni o altre falsità».
Il ddl che porta il nome della deputata meloniana Carolina Varchi ha ricevuto la prima approvazione a Montecitorio quasi un anno fa, lo scorso 26 luglio. Il provvedimento varato dalla Camera, a sua volta erede di un testo depositato nella scorsa legislatura da Giorgia Meloni, prevede che quanto già fissato nella legge 40 del 2004 (carcere da 3 mesi a 2 anni e multa da 600mila a un milione di euro per chi ricorre alla Gpa) sia applicato anche se «i fatti sono commessi all’estero».
Da qui il concetto di “reato universale”, oggetto anche di dispute tra giuristi circa l’effettiva possibilità di perseguirlo, alla luce del fatto che in diversi Paesi esteri, nonché in diversi Paesi Ue, la maternità surrogata è invece consentita (non in Italia, dove appunto è vietata dalla legge 40).
Ma sin dall’inizio della legislatura il ddl-Varchi ha assunto il valore di un messaggio politico prima di tutto, e infatti ha lasciato sorpresi il fatto che l’iter al Senato sia andato avanti molto lentamente.
Se approvati, i correttivi della Lega renderebbe più severo il dispositivo (gli emendamenti Romeo precisano che l’estensione della perseguibilità all’estero vale anche per «parti» di reato). Allo stesso tempo, però, se il Senato apporterà modifiche la legge dovrà tornare alla Camera per la terza lettura. Non è chiaro se questa prospettiva sia gradita a Fdi e Fi. Un indizio però sugli umori in maggioranza c’è: né meloniani né azzurri hanno presentato emendamenti, segno che per loro l’obiettivo era chiudere la partita a Palazzo Madama. In serata poi arriva un commento di Varchi, la “madrina” della legge: dice di non aver «valutato nel dettaglio» gli emendamenti della Lega, ma le sembrano «una proposta in linea con lo spirito della legge». «Si dovrà però valutarne l'impatto sul sistema penale nel suo complesso - precisa -. A noi interessa che la legge venga approvata in una formulazione che la renda pienamente applicabile».
Della trentina di proposte di modifiche depositate dalle opposizioni, 14 sono emedamenti soppressivi di M5s, Pd e Avs. Mentre Iv chiede la certezza del riconoscimento dei figli già nati.
Stizzita la reazione di Sinistra italiana alle proposte della Lega. La responsabile Diritti del partito ritiene che tra Fdi e Lega sia in corso «una guerra di posizionamento sempre sulla pelle di bambini e bambine in carne e ossa». Di «furiosa battaglia ideologica» e «gara a chi la spara più grossa» parla anche l’associazione Luca Coscioni, che invece insiste sul riconoscimento della “gravidanza per altri solidale”. Per l’Arcigay si tratta di una «criminalizzazione» e una «caccia alle streghe» verso «chi si prende la responsabilità della cura e di essere genitore in Italia». Anche la lettura delle Famiglie arcobaleno è quella di una «Lega che vuole scavalcare Fdi a destra», ma «noi continueremo a batterci in tribunale» anche per la «stepchild adoption».