Svolta nella crisi. Alle 16 giura il governo M5S-Lega con Conte premier
Nasce il governo M5s-Lega. Giuseppe Conte è salito in serata al Quirinale per incontrare il presidente Sergio Mattarella, che gli ha conferito l'incarico di formare il governo. Incarico che il professore ha accettato, presentando la lista dei ministri. Questa volta non ci sono state obiezioni da parte del Colle e, quindi, il giuramento degli esponenti del nuovo governo è stato fissato per le ore 16 di venerdì.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, terminata la lettura della lista dei ministri del suo governo ha detto: "Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel Contratto di governo, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità della vita di tutti gli italiani".
Così la più lunga crisi della storia della Repubblica è terminata e il presidente Sergio Mattarella lascia trapelare, senza trionfalismi, una certa soddisfazione. Parte un governo politico nonostante un risultato elettorale che non aveva assegnato la vittoria totale a nessuno. Usando per quasi 90 giorni una "pazienza biblica", dosando il tempo come strumento politico e pochissime parole come margini invalicabili, il capo dello Stato è riuscito a far partire una maggioranza impensabile fino a poche settimane fa. " Si è concluso un complesso itinerario - ha detto il presidente - grazie per quanto fatto e buon lavoro per il futuro".
Dopo quasi tre mesi di stallo, colpi di scena, frenate e fughe in avanti, questo pomeriggio è stato decisivo per la nascita del governo "legastellato". Nel pomeriggio si sono incontrati infatti Matteo Salvini, Luigi Di Maio e il professor Giuseppe Conte. Un vertice a tre per ricucire lo strappo del leader della Lega dopo il no del Quirinale a Savona all'Economia, per seppellire definitivamente l'ascia di guerra pentastellata brandita contro il Quirinale con la minaccia della messa in stato d'accusa, e soprattutto per limare la squadra di governo da sottoporre al presidente Sergio Mattarella.
La soluzione del caso Savona, dopo la disponibilità di Di Maio a toglierlo dall'Economia, arriva con la decisione di spostare l'economista euroscettico al ministero per le Politiche comunitarie. Un altro incarico in cui potrà ugualmente affrontare i dossier europei, ma in modo politico e non finanziario.
Da segnalare anche il caso di Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni in giornata si fa avanti e offre la disponibilità a entrare in maggioranza, in cambio - pare - della guida del ministero della Difesa. Un'offerta che però non piace affatto ai Cinque stelle, anche se i voti dei senatori della Meloni avrebbero fatto comodo a Palazzo Madama, dove la maggioranza conta solo su una decina di voti. Alla fine l'accordo non si fa, e si riduce a un'astensione costruttiva, una sorta di appoggio esterno, dei parlamentari di Fratelli d'Italia.
Ecco i ministri
La lista dei ministri del nuovo governo giallo-verde è stata subito presentata al Capo dello Stato CLICCA QUI . Nella futura squadra targata Giuseppe Conte, Salvini e Di Maio sarebbero i due vicepremier, ricoprendo allo stesso tempo due ministeri di peso: il leader della Lega guiderà il Viminale, mentre il capo politico dei pentastellati sarà ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Sciolto il nodo dell'Economia con l'arrivo di Giovanni Tria, presidente della Scuola superiore della pubblica amministrazione e docente di politica economica a Tor Vergata. Paolo Savona dovrebbe appunto traslocare agli Affari europei, anche se, raccontano, l'economista avrebbe fatto resistenza fino all'ultimo, intenzionato a non cedere la poltrona del Mef.
Dopo aver completato il risiko ministeriale, si aprirà un'altra partita, quella dei viceministri e dei sottosegretari. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari in quota Lega ci sarebbero 15 posti di sottosegretario e tre viceministeri.
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