La resistenza. Il mezzo secolo breve dell'Italia visto con gli occhi degli «scartati»
Resistenti, lottatori, ribelli, insorgenti. Sono molte le persone impiegate per definire i protagonisti di “Per tutte, per ciascuna, per tutti, per ciascuno”. Tante fuorché vittime. Perché le donne e uomini raccontati nel libro di Filippo Kalomenidis e del Collettivo Eutopia hanno rifiutato di cedere alla rassegnazione. Per questo, si legge, le loro storie «sono entrate nella nostra carne, sono diventate amore». E’ questo amore a spingere il gruppo di scrittori-attivisti a ricordarli, con una memoria «intrisa di dolore, come una strada disseminata di chiodi che si percorre scalzi, ed è bagnata di gioia, come la sabbia dolce ai passi sotto l’acqua del mare». Per oltre un anno, gli autori hanno ripercorso le esistenze spezzate di cinquanta persone “non conformi” al pensiero dominante. Cinquanta morti dimenticate avvenute in Italia tra il 1969 e il 2022. Come quella di Ibrahim M’Bodi, accoltellato dal datore di lavoro che gli doveva 500 euro, di Angelina Giordano, che si è impiccata nella sua cella dove sarebbe dovuta restare quattro anni nonostante la forte depressione, di Federica, cinque anni, soffocata dall’aria avvelenata dai fumi tossici. Ciascuna è ricordata in versi in modo da comporre un canto collettivo, «dedicato a coloro che raccontiamo e a coloro che non abbiamo nominato», si legge nell’introduzione. «La nostra vuole essere un’opera aperta, passo iniziale di una riscrittura poetica della recente storia italiana dal punto di vista dei reietti. Per comprendere e avversare il mondo sorto nel 2021, con la fine dell’idea di comunità e la disumanizzazione post pandemica, innalziamo il nome, le opere, la bellezza, le lotte e la capacità di amare di 50 donne e uomini. Facciamo nostra quella loro rara capacità di amare e troveremo nuove strade imprevedibili».