Attualità

IL FISCO IN CAMPO. Gli “onesti evasori” del buono mensa

Marco Birolini sabato 11 febbraio 2012
I finti poveri abitano anche nella Bassa Bergamasca. Il Comune di Caravaggio ha accettato solo 30 delle 179 domande presentate dalle famiglie per il rilascio di buoni pasto a costo ridotto da utilizzare nelle mense scolastiche. Anziché il prezzo pieno di 4,36 euro, molti cittadini chiedevano di godere di uno sconto cui in realtà non avevano diritto.Pur di ottenere indebitamente il beneficio, i “furbetti della mensa” non si facevano scrupolo di presentare una certificazione Isee fasulla, omettendo conti correnti, immobili, secondi redditi. Per un bel pezzo era filato tutto liscio, visto che anche lo scorso anno erano state accettate ben 223 domande. Ma la festa è finita quest’anno, quando il Comune di Caravaggio ha mangiato la foglia e ha chiesto alla Guardia di finanza di passare al setaccio le dichiarazioni di chi si spacciava per «non abbiente». Sotto la lente delle fiamme gialle le magagne sono saltate fuori in tutta la loro evidenza, accendendo i riflettori su uno scenario desolante. Alla fine ben 104 domande sono state rigettate per le irregolarità riscontrate, 27 per mancanza della documentazione necessaria, 17 infine sono state ritirate dagli interessati, che probabilmente si erano resi conto di aver tirato troppo la corda.«Ci dispiace aver constatato che in molte persone manca del tutto la coscienza civica», ha spiegato con amarezza il sindaco leghista Giuseppe Prevedini. Il dato infatti è sorprendente, se si considera che la provincia bergamasca si è sempre vantata di essere una «terra di onesti lavoratori». Ma anche a queste latitudini i sani principi vacillano di fronte all’occasione che, come dice il proverbio, fa l’uomo ladro. Prevedini l’ha presa male e ha concluso che l’Isee, compilato sulla base di autocertificazioni, non può più essere considerato uno strumento adeguato per stabilire i criteri di distribuzione dei buoni pasto scontati. Perché fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. «Ho già chiesto ai miei dirigenti di stabilire nuovi criteri per la concessione delle agevolazioni. Dobbiamo spendere bene i soldi pubblici». Grazie allo screening effettuato, il Comune di Caravaggio risparmierà circa 126 mila euro: ora i furbetti pagano il prezzo pieno. Si è rivelato impietoso anche l’esito dei controlli eseguiti sugli assegni di maternità: su undici domande presentate ne sono state respinte nove. Le due rimanenti sono state ritirate direttamente dalle interessate, forse in un tardivo sussulto di onestà. Ma il caso di Caravaggio sembra purtroppo non essere un’eccezione in Bergamasca. Nel presentare il bilancio dell’attività svolta nel 2011, il comando provinciale della guardia di finanza ha spiegato ieri di aver effettuato nel 2011 ben 225 controlli su varie prestazioni sociali agevolate concesse in base all’indice Isee, scoprendo 92 casi irregolari. In termini percentuali, il 40% di chi richiedeva un beneficio ai Comuni non ne aveva in sostanza i requisiti. Più che falsi poveri, imbroglioni veri.