«Preziosa verità» delle cerimonie commemorative dei 150 anni dell’Unità italiana in vista del nostro futuro, la sottolinea l’arcivescovo di Milano, car- dinale Dionigi Tettamanzi. In una conversazione con Maria Latella per il primo degli appuntamenti televisivi che il cardinale terrà per cinque martedì, su Telenova, Radio Marconi, Radio Mater e sul portale della Chiesa Ambrosiana. «Siamo sempre più attenti al presente - ha detto l’arcivescovo – e questo è necessario, doveroso ma corriamo il rischio che questo presente sia molto impoverito perché taglia le radici originarie e non accoglie una eredità che avrà sì tanti problemi e limiti ma che ha anche straordinarie ricchezze. Insomma non vale bloccarsi sul 'qui e ora' e in questo senso le cerimonie commemorative sono sì cerimonie ma nascondono una verità preziosa».Tettamanzi ha evidenziato, infatti, che noi «apparteniamo a una storia e la dobbiamo rivivere e portare avanti proprio grazie alla eredità che ci è stata lasciata e sapendo che quello che facciamo oggi avrà una ripercussione per il domani ». Un augurio all’Italia anche dal cardinale Camillo Ruini. «Quella di litigare – ha detto il porporato – è un po’ una nostra caratteristica. Ma posso dire che l’Italia esiste da molto più di 150 anni proprio come nazione nel senso profondo». Anche l’associazionismo cattolico è in prima fila nelle celebrazioni. L’Azione cattolica italiana augura «un buon compleanno» all’Italia e «partecipa alle celebrazioni in programma nel Paese per rinnovare con tutti gli italiani il senso delle ragioni della convivenza democratica e dell’unità della Nazione ». L’associazione esprime la «speranza che tutti si sappia guardare alla propria storia come a un terreno comune su cui costruire il proprio futuro e una rinnovata coesione sociale», base dello sviluppo del Nord quanto del Sud «in un sempre più arduo contesto internazionale». Anche le Acli scrivono una lettera di “Auguri” all’Italia e invitano i propri associati ad «esporre il tricolore». «Siamo stati tra i protagonisti di questa lunga storia, fin dalle sue origini repubblicane e costituzionali», affermano le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, augurando che l’Italia «sia all’altezza degli ideali che hanno ispirato i suoi padri fondatori », che il passato e la memoria siano un «patrimonio condiviso e vitale», che «la Costituzione animi il vero patriottismo», nel segno della «concordia delle diverse culture, dei laici e dei cattolici». «Gioie, grandi dolori, sacrii fici, la storia del vivere insieme tra Sud e Nord come famiglia nazionale, nella vicenda del mondo» ha affermato il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, illustrando il senso del ritrovarsi insieme della Comunità ieri sera per pregare alla vigilia della celebrazione dell’Unità. «Possiamo essere presi da una visione parziale », ha osservato ancora lo storico cattolico, ma abbiamo «una funzione nella storia », che si avverte ora in modo particolare di fronte «a quanto accade nella riva meridionale del Mediterraneo ». Oggi infine i ragazzi, i giovani e gli adulti dell’Azione Cattolica, in ogni parrocchia e in ogni diocesi d’Italia si uniranno alla preghiera per il nostro Paese, che troverà il suo culmine nella messa che il presidente della, Cei, cardinale Angelo Bagnasco, celebra a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, e a cui parteciperà la presidenza della associazione.