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Alluvione. Emilia Romagna, con gli acquitrini aumenta il rischio di zanzare e virus

Redazione Interni sabato 27 maggio 2023

Una veduta aerea di Selva Malvezzi (Bologna) nei pressi del Ponte della Motta crollato a causa dell'alluvione. L'acqua in questa frazione ristagna da una settimana

Meritano attenzione gli acquitrini che ancora costellano le zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione: complice il caldo, la loro acqua stagnante è per la zanzara tigre un ambiente ideale per depositare le uova e lasciare schiudere le larve.

Con l’aumento di queste ultime, però, è in agguato l’aumento del rischio di trasmissione dei virus veicolati da questi insetti, osserva Francesco Broccolo, professore di Microbiologia clinica dell’Università del Salento e membro del comitato scientifico della Società italiana di medicina ambientale.

La zanzara tigre (Aedes albopictus) è infatti un vettore di virus pericolosi, come Chikungunya, Dengue, Zika, che in Emilia-Romagna hanno circolato anche negli anni passati, mentre le comuni zanzare del genere Culex possono essere portatrici del virus della febbre del Nilo Occidentale. Per questo motivo, osserva l’esperto, «è importante monitorare il numero delle uova di zanzara, in particolare della zanzara tigre». È possibile farlo «con ovitrappole o analizzando campioni di acqua. Entrambi sono metodi indiretti di sorveglianza per valutare la soglia di rischio epidemico dei virus emergenti».

D’altro canto, osserva Broccolo, i virus Chikungunya, Dengue e Zika «non sono più soltanto tropicali. «Nel frattempo – conclude Broccolo – è utile difendersi dalle punture di zanzara utilizzando repellenti e trattamenti con larvicidi». Al momento non si prevede invece il rischio di malaria, il cui vettore del plasmodio non è presente o comunque rarissimo nel nostro paese in quanto la zanzara anofele predilige acque pulite.