Giulio Regeni sarebbe morto il
giorno prima che il suo cadavere fosse ritrovato lungo una
strada alla periferia del Cairo, il 3 febbraio scorso, e tutte
le lesioni riscontrate sulla salma gli sarebbero state inflitte
fra le dieci e le quattordici ore precedenti il decesso.
In Egitto si fa di tutto per cercare di smontare l'ipotesi, più che fondata a dire il vero, che il giovane, scomparso in egitto e ritrovato morto una settimana dopo, sia stato torturato. Con cambi continui di versioni e ipotesi
Il direttore della Procura di Giza, Hossam Nassar, parlando all'Agenzia Nova ha sostenuto che tutti quelli ritenuti segni di tortura sarebbero il risultato dell'autopsia o comunque non sono chiaramente interpretabili.
Una linea quindi che tende a riportare alla normalità, si fa per dire, la vicenda. Vicenda che a suo tempo la polizia egiziana aveva cercato di liquidare con l'esito di un incidente d'auto.
Il magistrato egiziano ha poi
riferito che alle autorità italiane è stata inoltrata una
richiesta per poter interrogare un non meglio identificato
"amico italiano di Regeni rimpatriato l'8 febbraio".
Nassar ha aggiunto che l'ultimo segnale del telefono cellulare del
giovane ricercatore friulano è stato registrato all'interno
della stazione della metropolitana di Doki, situata vicino alla
sua abitazione, dove la vittima si trovava la sera del 25
gennaio per raggiungere probabilmente le stazioni di Mohamed
Naguid o di Attaba, rispettivamente tre e quattro fermate dopo,
vicino a piazza Tahrir.
Secondo Nassar. Molte delle lesioni riscontrate
sul corpo di Giulio Regeni, come i tagli alle orecchie e la
rimozione delle unghie, sarebbero state effettuate durante
la prima autopsia eseguita dagli egiziani, e non sarebbero
dovute a torture.
"Non è stato possibile appurare se i segni rinvenuti sulla sua
spalla destra siano stati causati da bruciature di
sigaretta, da una penna o da un cucchiaio", ha proseguito Nassar,
smentendo inoltre che al giovane siano state strappate le
unghie mentre era ancora in vita. "Alcuni campioni di unghie
sono stati prelevati per appurare se abbia opposto
resistenza contro qualcuno", rilevando eventuali tracce
biologiche, ha aggiunto il magistrato. "Le sue orecchie non
sono state tagliate", ha proseguito Nassar, ipotizzando che
"i tagli alle orecchie e sul corpo a cui si riferiscono i
media italiani siano stati effettuati durante l'autopsia per
prelevare dei campioni".Queste dichiarazioni sono state accolte con in Italia con molte perplessità.