La mobilitazione. Tutti in piazza per Giulia, manifestazioni davanti alle scuole
Studenti nel cortile dell'Università di Padova dove si sarebbe dovuta laureare Giulia Cecchettin
Sit in davanti ai licei già questa mattina, iniziative di sensibilizzazione contro la violenza alle donne, un minuto di silenzio nelle scuole previsto per oggi. L'onda lunga emotiva scatenata dalla morte efferata di Giulia Cecchettin continua in tutto il Paese, nella settimana che si concluderà domenica 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Forte la mobilitazione anche nella comunità di Vigonovo, in provincia di Padova, dove ieri sera in migliaia sono scesi in piazza insieme a sindaci e associazioni, a fianco della famiglia di Giulia.
«Chi dimentica cancella», era scritto sullo striscione che ha aperto il corteo silenzioso e commosso con in testa il papà della studentessa di Ingegneria, Gino, e i suoi altri due figli Davide ed Elena. In fondo al corteo c'erano anche i genitori di Filippo Turetta, l'ex fidanzato arrestato in Germania con l'accusa di omicidio. Il padre della giovane si è commosso quando in piazza sono risuonate le note di «Comptine d'un autre eté, l'apres-midi di Yann Tiersen», una delle canzoni preferite di Giulia.
«Non provo né odio, né rabbia per Filippo. Non sento niente. Penso alla mia Giulia che è andata e non c'è più. Davanti alla casa di famiglia sono stati portati per tutta la giornata mazzi di fiori, candele e peluche. «In questo momento», ha detto il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, rivolgendosi alla folla, «solo il silenzio può aiutare la famiglia di Giulia». Per conto dei genitori di Filippo, ha parlato il legale Emanuele Compagno. «Hanno sentito fosse loro dovere esserci» ha spiegato.
Intanto, questa mattina sono partite nuove iniziative di mobilitazione. «Per Giulia e per tutte. Mai Più Vittime! Liberiamoci dalla violenza. 25 novembre in piazza». Queste le frasi sugli striscioni davanti agli istituti della Capitale contro i femminicidi, dopo l'uccisione di Giulia Cecchettin. Per domani, il ministero dell'Istruzione ha invitato tutte le scuole a rispettare un minuto di silenzio in onore di Giulia e di tutte le donne abusate e vittime di violenza.
L'accusa della procura. La procura di Venezia accusa Filippo Turetta di omicidio volontario aggravato dal legame del vincolo affettivo e sequestro di persona. Le indagini continuano, finora è stato tracciato un quadro che ''Solo all'esito delle consulenze e degli ulteriori approfondimenti potrà essere meglio chiarito''. Il procuratore Bruno Cherchi ha spiegato che il presunto omicida "non è stato interrogato, perché per essere interrogato bisogna che si nomini un difensore. Dobbiamo interrogarlo, ma questo potrà essere quando viene consegnato". "Se i tempi della procedura tedesca fossero lunghi - ha aggiunto Cherchi - potremmo pensare di andare a sentirlo in Germania". Ma il procuratore ha comunque spiegato che, salvo intoppi giuridici, Turetta dovrebbe essere consegnato "in una decina di giorni".
La politica si muove. Un’ora a settimana di ‘’educazione alle relazioni’’ nelle scuole superiori. La sessualità e l’affetto diventano un’urgenza del nostro sistema educativo. Dopo la tragedia di Giulia Cecchettin che ha scosso l’Italia intera, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara mette a punto il piano che presenterà mercoledì insieme alla ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Quindi si parte dalla scuola. Un nuovo corso di educazione sentimentale con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni. L’obiettivo è quello di promuovere il rispetto e la consapevolezza sulle conseguenze degli abusi dopo l’ennesimo caso di femminicidio. La proposta prevede anche l’intervento nelle scuole di influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani e coinvolgerli a pieno in un percorso di educazione sentimentale che non può più aspettare. Secondo la bozza del progetto, gli studenti, guidati da un docente in qualità di moderatore, prenderanno parte a discussioni di gruppo, esponendosi in prima persona sul tema.
D’altronde, la strategia del silenzio e dei tabù ha fallito, parlare e far parlare i giovani delle tematiche legate alla sessualità e all’affetto è un’urgenza del nostro sistema educativo. Per i giovani è difficile far sentire la propria voce e in questo modo si allarga il divario tra loro e chi dovrebbe educarli» spiegano dal ministero. Il progetto prevede anche di introdurre il supporto occasionale di psicologi, avvocati, assistenti sociali, e organizzazioni contro la violenza di genere e si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione che coinvolge anche il ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia, nonché quello della Cultura. Particolare attenzione verrà data anche all’informazione e promozione del numero verde antiviolenza 1522. Il piano prevede la collaborazione tra diversi settori per elevare l’educazione degli studenti già nelle scuole, luogo sempre più importante per la formazione dei giovani.