La sentenza del Consiglio di Stato sulla non trascrivibilità delle nozze gay contratte all'estero ha assunto un risvolto umano che ha dell'incredibile. Franco Grillini, presidente di Gaynet, nel criticare la sentenza ha puntato il dito contro il giudice estensore (uno dei cinque che compongono il collegio) della sentenza, Carlo Deodato, bollato come "simpatizzante di Comunione e Liberazione" e resosi "colpevole" di aver pubblicato nel suo profilo Facebook link che riportano "le iniziative delle Sentinelle in piedi". Ragion per cui, secondo Grillini, ;"è mancata la terzietà e va quindi rivista la sentenza affidando il procedimento ad un giudice terzo".“Indecente attacco" al giudice Deodato, lo definisce Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare, "reo di avere opinioni personali e di definirsi cattolico e uomo libero". Deodato nel suo account twitter si presenta come "Giurista, cattolico, sposato e padre di due figli. Osservatore libero". Roccella domanda se "il piccolo giro di magistrati (sempre gli stessi!) che in tutti questi anni hanno emesso sentenze allargando e stringendo le leggi italiane a mo’ di fisarmonica, interpretandole in modo a dir poco “creativo”, non avessero opinioni su famiglia, fecondazione assistita, gender ed eutanasia. Ma poiché le opinioni di questi magistrati, in genere collegati ad associazioni e gruppi di pressione, erano in linea con il pensiero dominante tutto andava bene.”
“Ricordiamo che la sentenza del Consiglio di Stato è frutto della valutazione di cinque persone. Si tratta, quindi, - sottolinea la parlamentare - di una scelta collegiale: l’attacco personale contro Deodato, appare dunque più che una notizia un messaggio intimidatorio”.
Il giudice, dal canto suo, in una dichiarazione all'Ansa ha detto: "Ho solo applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza".