18 marzo. La Giornata in memoria delle vittime del Covid: cosa significa / IL PROGRAMMA
Era il 18 marzo del 2020 quando i camion dell'esercito partirono dalla città di Bergamo carichi delle bare dei defunti per portarle a cremare in altre città e altre regioni
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, giovedì 18 marzo partecipa a Bergamo alla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Coronavirus.
Era il 18 marzo dello scorso anno quando i camion dell'esercito partirono dalla città carichi delle bare dei defunti per portarle a cremare in altre città e altre regioni e proprio a un anno di distanza esatto, nella giornata nazionale delle vittime del Covid, arriverà in città il premier Mario Draghi, in un "grande segnale di attenzione e affetto" come il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha ribadito in un'intervista all'Eco di Bergamo.
"Dopo un anno così penso sia naturale che affiorino un po' di stanchezza e apprensione" ha affermato il sindaco Gori, dopo un anno di battaglia contro il Covid che ha colpito la provincia con 3.400 morti ufficiali nella prima ondata, anche se si stima che siano stati almeno il doppio.
In programma due cerimonie: la prima al cimitero monumentale e a seguire l'inaugurazione del Bosco della memoria. Entrambi i momenti ufficiali saranno chiusi al pubblico perché Bergamo - come tutta la Lombardia - è tornata a essere zona rossa.
Come è nata la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19
La Camera dei deputati lo scorso luglio ha approvato all'unanimità l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia da Coronavirus. Il testo è passato al Senato con 418 voti a favore e nessun contrario. Oggi 17 marzo alle 15 è arrivato il via libera definitivo dal Senato al disegno di legge che istituisce per il 18 marzo la giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19, nello specifico l'ok è arrivato dalla commissione affari costituzionali all'unanimità.
Nel decreto legge, composto da 5 articoli, il primo che la "Repubblica riconosce il giorno 18 marzo di ciascun anno quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus, di seguito denominata "Giornata nazionale", al fine di conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa di tale epidemia".
Non è un caso che la scelta sia ricaduta sulla data del 18 marzo. In quell'occasione i camion militari prelevarono le bare dei deceduti per Covid-19 dal cimitero di Bergamo, che ormai rischiava il collasso, per trasportarle verso i forni crematori delle regioni circostanti. Il 18 marzo è stato anche il giorno in cui si registrò il maggior numero di decessi su scala nazionale.
In occasione della Giornata nazionale lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono promuovere, eventualmente anche coordinandosi con associazioni interessate, iniziative specifiche, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti di ricordo. In particolare, favorite le iniziative rivolte alle giovani generazioni. Anche le scuole potranno organizzare degli eventi simili.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza già lo scorso luglio dopo l'approvazione alla Camera, aveva espresso la sua soddisfazione per la decisione di Montecitorio. “Il 18 marzo sarà la Giornata mondiale in memoria delle vittime del Covid. Sarà un giorno importante per non dimenticare questa stagione così drammatica e per ricordare tutte le persone che non sono più con noi”, ha scritto su Facebook.
“Il voto unanime del Parlamento alla Legge che istituisce la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus è una pagina di buona politica ed è il modo migliore per ricordare e rendere omaggio a quanti, nei mesi che sono infine alle nostre spalle, sono caduti vittima dell’epidemia magari lottando per arginarne la diffusione e per prendersi cura dei pazienti. Con questa iniziativa il Parlamento ha interpretato il sentimento popolare: ricordare sempre ciò che è accaduto serve a noi e servirà a quanti verranno dopo di noi a comprendere fino in fondo il valore della salute e di un Sistema Sanitario pubblico”.
È quanto dichiara in una nota la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa. “Grazie dunque a quanti in Parlamento in modo trasversale alle diverse forze politiche hanno sentito il dovere di istituire questa occasione di memoria collettiva” – conclude Zampa.
Fotogramma
Come seguire in tv la Giornata nazionale per le vittime del Covid
Tv2000 dedica una programmazione speciale alla Giornata nazionale per le vittime del Covid che si celebra il 18 marzo. Mercoledì 17 marzo alle 20.50 l'emittente della Cei trasmette il rosario dalla Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, città simbolo della pandemia che ha colpito l'Italia, presieduto dal vescovo della diocesi Francesco Beschi (anche su InBlu2000 e Facebook).
A seguire alle 21.40 in diretta lo speciale 'Covid 19, la memoria e la speranza', condotto da Paola Saluzzi. Tra gli ospiti in studio: il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei; il giornalista Ferruccio De Bortoli; lo scrittore e giornalista Gigi Riva; prof.
Massimo Antonelli, il direttore del Dipartimento di Emergenza, Anestesiologia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma. Servizi e approfondimenti a cura della redazione del Tg2000. Collegamenti con Codogno per tornare lì dove tutto è cominciato un anno fa, con il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi e il vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero.
A seguire in onda il documentario 'Covid-19, la tempesta di Clusone' di Giorgio Brancia, Vito D'Ettorre e Elena Di Dio. Clusone è un piccolo paese della bergamasca dove fra febbraio e marzo dello scorso anno sono morti tanti cittadini quanti normalmente ne muoiono in un anno intero. A raccontare la vita del paese che ha visto scomparire pezzi della propria comunità anche il rettore di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, originario di Clusone; il sindaco Massimo Morstabilini; il parroco Don Giuliano Borlini; la presidente del coro Simona Visinoni.
Giovedì 18 marzo in seconda serata Tv2000 trasmette il documentario 'Ritorno in apnea', curato dalla giornalista e regista bergamasca Anna Maria Selini. Un viaggio nella provincia di Bergamo, la più flagellata dalla prima ondata della pandemia. La regista che ormai da anni vive a Roma, ritorna a casa per capire e raccontare il momento difficile che la sua terra sta attraversando.