Si celebra oggi la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, istituita dall'Onu nel 1981 con l'obiettivo di promuovere la piena inclusione delle persone con disabilità nella comunità globale.Quest'anno il tema della Giornata è "Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva ed accessibile per tutti". Le barriere alla partecipazione ed inclusione delle persone con disabilità continuano ad essere moltissime, in tutto il mondo e nel nostro Paese: si tratta - ricorda l'Anffas, associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale - di barriere materiali e anche e soprattutto culturali. Si tratta di barriere che negli ultimi anni, anche a causa della situazione di crisi internazionale, hanno assunto il nome di "vincoli di bilancio" o di "carenza di risorse". Ma che "sono in realtà principalmente frutto di problemi culturali e di approcci obsoleti e discriminatori al tema della disabilità nelle politiche di molti Paesi, tra cui l'Italia".
"LA CHIESA E' VICINA""In occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità, la Chiesa intende esprimere la propria vicinanza a coloro che sono provati da diverse forme di limitazione, fisica o psichica. In tale modo essa afferma il valore proprio della fede, che abbraccia e dà senso ad ogni situazione della vita umana, e si fa altresì custode del bene che può apportare all'intera comunità la persona, anche con disabilità, chevive la sua sofferenza in Cristo e per amore di Cristo". Lo scrive in una messaggio il Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità."Di fronte alle diverse patologie legate alla disabilità - aggiunge mons. Zimowski - è sempre utile sensibilizzare l'opinione pubblica ai concetti di dignità, di diritti e di benessere di questi nostri fratelli e sorelle, accrescendo la consapevolezza dei benefici che possono derivare dalla loro integrazione nei vari aspetti della vita sociale. Facendo proprio questo anelito, la Chiesa, secondo il proprio specifico mandato, intende riaffermare che 'non la fuga davanti al dolore guarisce l'uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e di maturare in essa, trovandovi un senso mediante l'unione a Cristo. Nel rapporto con la sofferenza e con le persone sofferenti si determina pertanto la misura della nostra umanità, per ciascuno di noi come per la società in cui viviamò (Benedetto XVI, Discorso in occasione dell'apertura del Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, 9 giugno 2008)"."Il mondo dei diritti, infatti, non può essere appannaggio di pochi, dei forti e dei vincenti" ha proseguito mons. Zimowski "Ne consegue che anche la persona con disabilità dovrà essere facilitata a partecipare, per quanto le è possibile, alla vita della società civile e dei credenti, ed essere aiutata ad attuare tutte le sue potenzialità di ordine fisico, psichico, spirituale".