Undici lettere scritte da Aldo Moro durante i 55 giorni di prigionia, indirizzate alle massime cariche dello Stato e della Democrazia Cristiana, sono state restaurate dall’Istituto centrale per il restauro e presentate ieri pomeriggio a Roma, presso la sede dell’Archivio di Stato nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza. «Sono convinto che questa iniziativa sia rilevante per la comprensione della nostra storia ma anche per guardare con coraggio al nostro futuro», ha detto il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, nel corso della conferenza stampa dedicata all’evento.Ricordando che l’iniziativa si tiene nell’ambito delle manifestazioni del Giorno della memoria per le vittime del terrorismo, che si celebra oggi, 9 maggio – anniversario dell’assassinio dello statista democristiano – Ornaghi ha aggiunto che dalle lettere emerge «la figura di un grande uomo, un grande cristiano e un grande statista». «Trentaquattro anni fa - ha proseguito - l’omicidio di Aldo Moro impresse una svolta drammatica con l’inizio di una fase turbolenta della vita repubblicana. Una fase che lo stesso Moro aveva presagito». Le lettere, che sono state trasferite all’Archivio di Stato l’anno scorso dalla Corte d’assise di Roma in virtù di un accordo di versamento, «erano di pessima qualità, piene di cloro», ha sottolineato Maria Cristina Misiti, direttore dell’Icr. «Sono stati necessari - ha aggiunto - quattro mesi e circa venti operatori per restaurarle perchè la carta era veramente di pessima qualità». Alcune delle lettere vengono esposte oggi al Quirinale in occasione del giorno dedicato alle vittime del terrorismo. Il segretario generale del Mibac, Antonia Pasqua Recchia, ha poi aggiunto: «È stato fatto un lavoro straordinario di recupero da parte dell’Icr. Bisogna far conoscere di più le cose buone che facciamo».