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Meeting. Giorgetti: «Manovra complicata. Pnrr: non basta fare presto, ma fare bene»

Angelo Picariello, inviato a Rimini lunedì 21 agosto 2023

L'intervento di Giorgetti al Meeting, collegato da Tarvisio

Sul Pnrr «non c'è solo il puntuale rispetto delle scadenze, il “fare in fretta”, ma anche il “fare bene”. Se fare in fretta significa fare male, è meglio fare bene ma valutare attentamente le situazioni, perché è un'occasione unica per promuovere la crescita». Giancarlo Giorgetti interviene al Meeting collegato da Tarvisio, dove si è recato i funerali dei finanzieri Alberto Pacchione e Lorenzo Paroni, morti in un tragico incidente durante un addestramento. Ma ha in testa ben chiari alcuni messaggi che avrebbe voluto toccare, a Rimini, dove il tema è "Sostenere lo sviluppo. Nuove politiche per un'economia innovativa". Il più chiaro di tutti parte da una cifra che il ministro dell’Economia fa: «I 15 miliardi in più che il prossimo anno dovremo accollarci, per maggiori interessi sul debito che peseranno sull’economia reale e sulle famiglie». Un dato che impone di agire con visione d’insieme, senza affastellare i progetti, al solo scopo di stare nei tempi. «La responsabilità del governo è massima. Queste risorse, lo ribadisco, solo parzialmente sono gratis e quindi non possono essere sprecate. Quando si fa debito e deficit dobbiamo pensare anche alla sostenibilità».

Occorre puntare quindi sugli investimenti, e da lì parte il secondo segnale che Giorgetti lancia alla Ue. «Questa è la posizione negoziale italiana su cui siamo attestati: noi non facciamo un problema di debito o mancata riduzione del debito, ma vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti». Ricorda la guerra in corso, i livelli raggiunti dall’inflazione e la perdita di potere d’acquisto dei salari. «Non possiamo in un momento in cui siamo ancora in una situazione eccezionale tornare a regole che ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese. Spero che in Europa quando decideremo a settembre sulle nuove regole se ne tenga conto».

In questa ottica si va incontro a «una legge di bilancio complicata». Tutte le leggi di bilancio lo sono, «anche quella dell'anno scorso. Siamo chiamati a decidere delle priorità. Non si potrà fare tutto. Certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, come abbiamo fatto con la decontribuzione, perché l'inflazione riduce enormemente il potere di acquisto ma dovremo anche utilizzare le risorse che sono a disposizione per promuovere la crescita e premiare chi lavora».

Indica poi un altro tema, quello della denatalità, su cui intende intervenire: «Lo ho posto qualche mese fa e lo intendo riproporre, è fondamentale. Non c'è nessuna riforma o misura previdenziale che tiene nel medio e lungo periodo con i numeri della natalità che vediamo oggi in questo Paese», avverte.

Giorgio Vittadini, che lo sollecita da Rimini individua nell’azione di governo un nuovo interventismo pubblico, ricorda il ruolo dell’Iri, e gli chiede di spiegare qual è invece questa nuova filosofia di intervento. Giorgetti ha ascoltato gli interventi dell’ad del gruppo Mutti, Francesco Mutti; di Stefano Barrese, di Intesa San Paolo e Maria Bianca Farina, presidente di Ania. Propone quindi un impegno comune a banche e assicurazioni, per favorire chi crea sviluppo. Il libero mercato non basta: «Bisogna creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle imprese e alla nascita dei nuovi imprenditori. Riesce il sistema creditizio con tutte le nuove regole a valutare correttamente il merito di credito dell'imprenditore che investe nel futuro?», si chiede. Si tratta di aiutare «l'impresa che guarda al lungo periodo, è un elemento cruciale oggi, in una fase in cui tutto sta cambiando». Mentre «confidare unicamente nella “mano invisibile” del mercato non è la soluzione corretta». La ricetta sarebbe anche pronta, «se dipendesse tutto dal nostro governo - conclude - mi assumerei totalmente le responsabilità ma il ruolo pubblico non è solo dello Stato, ci sono la Commissione europea e la Bce. Che incidono sulla dinamica economica quotidiana e di prospettiva».