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Decreto. Giorgetti: «La tassa per attirare i Paperoni è fallita. Il tesoretto? Vediamo»

Marco Iasevoli mercoledì 7 agosto 2024

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti

Quanto previsto nelle bozze che circolavano alla vigilia è confermato nel nuovo “decreto-omnibus” del governo, varato ieri in Cdm e che sarà convertito dalle Camere alla ripresa di settembre: viene raddoppiata, da 100mila a 200mila euro, la flat tax per i super-ricchi che spostano la loro residenza in Italia. La spiegazione la dà direttamente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: dal 2017 l’agevolazione ha riguardato 1.186 persone, non c’è stato dunque un effetto attrattivo né si sono registrate ripercussioni positive sugli investimenti. Insomma, fa capire il titolare del Tesoro, non è stato raggiunto l’obiettivo di competere con gli altri Paesi per far sbarcare i Paperoni nel Belpaese. La parola «raddoppio» non deve però impressionare: la tassa piatta da 200mila euro resta poca cosa rispetto all’enormità dei patrimoni in gioco.

La conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri ha consentito al ministro dell’Economia di chiarire alcune questioni rimaste in sospeso negli ultimi giorni. In primis, le aspettative del governo circa l’aumento delle entrate registrato negli ultimi mesi. C’è davvero la possibilità di ricavare un tesoretto da 20 miliardi per la manovra? Giorgetti frena: «Aspettiamo, non è che uno arriva a 100 metri e dice “ho vinto”». Allo stato il ministro invita a «valutare l’andamento - positivo - delle entrate rispetto alle previsioni», a riprova, a suo avviso, che il governo le stime le fa «in modo serio e responsabile». I primi sei mesi dell’anno hanno restituito 10 miliardi in più, ma la prudenza impone di aspettare le scadenze fiscali.

Altro tema caldo, la Rai. Giorgetti conferma che, per quanto di competenza del Mef, è pronto a nominare Giampaolo Rossi come nuovo amministratore delegato. «È in grado di fare questo mestiere», ma la partita politica sul presidente e sui membri del Cda di Viale Mazzini è più ampia e richiede accordi e maggioranze larghe. Quanto alle ipotesi di privatizzazioni, Giorgetti dà una risposta di maniera: «Prima bisogna capire cosa si intende per servizio pubblico, quando lo abbiamo capito poi possiamo valutare eventuali ipotesi di parziale privatizzazione».

Una nomina invece è certa ed è quella di Daria Perrotta alla Ragioneria di Stato. Sul punto Giorgetti rivendica il «peccato mortale» di aver scelto una persona «brava» anche se non proviene «da Bankitalia e Corte dei conti». Una puntura politico-istituzionale. Quanto invece all’oggetto delle tensioni con Forza Italia, la tassa sugli extraprofitti bancari, il ministro la mette così: «Notizie dal nulla. Non ci saranno tassazioni sugli extraprofitti, ma le tassazioni sui profitti, quelle sì». Sembra una risposta scontata ma in realtà serve a tenere una finestra aperta sull’opzione del «contributo» da chiedere agli istituti in sede di manovra.

Il decreto-omnibus è tale anche per diverse misure che le opposizioni definiscono «mancette». Non è una mancetta, ma fa discutere, il ddl della ministra dell’Università, Bernini, che si propone di riformare i contratti di ricerca negli atenei. Per il governo è la fine della precarietà, per le opposizioni ne è invece la massima espressione. Nota a margine, la gaffe social del ministro della Cultura Sangiuliano: il contributo per i 2.500 anni di Napoli diventa la celebrazione dei «due secoli e mezzo» della città. Un errore del social media manager, che si dimette. Ma Sangiuliano paga comunque il prezzo delle ironie social per le diverse scivolate degli ultimi mesi.