Bisca Italia. Gioco d’azzardo, Ac in campo: «Genera povertà»
Presidente Miano, di fronte a questa situazione, quale sarà l’impegno di Ac?
Innanzi tutto serve una svolta educativa. E, secondo la logica di Ac che è quella del Vangelo, l’impegno educativo non può mai essere separato dalla vita. Dobbiamo renderci conto che alcune situazioni sociali, come appunto il dilagare dell’azzardo, sono sintomi di un deficit formativo. E questo finisce per intaccare sia i processi di crescita personali, sia quelli sociali.
E quando si aprono deficit formativi così gravi si alimentano anche illusioni pericolose.
Certo, l’azzardo si appropria della vita delle persone e diventa un pericoloso binario di condizionamento. La speranza di vincere alimenta l’illusione. E le persone più fragili finiscono per perdere i contatti con la realtà.
Quanto pesano le grandi lobby economiche che sostengono il mondo dell’azzardo?
Dobbiamo riuscire a far cogliere il rapporto che esiste tra le scelte personale e il bene della società. Qui siamo di fronte a un fenomeno che mette in gioco direttamente la sopravvivenza delle famiglie, soprattutto in un tempo di crisi questo questo. In troppe situazioni il gioco patologico aggrava la povertà delle famiglie, perché sottrae risorse, tempo, serenità e speranza.
Quali le responsabilità della politica?
Uno Stato che preferisce lucrare sul gioco d’azzardo senza pensare alle conseguenze gravissime di questa scelta ha certamente imboccato una china pericolosa. Dobbiamo fermare questa deriva.
Come si concretizzerà la mobilitazione di Ac?
Adesione e sostegno alle campagne già avviate, dagli appuntamenti 'SlotMob' alla campagna 'Mettiamoci in gioco'. Per noi è molto importante ribadire che l’impegno di un credente non può dimenticare i bisogni concreti della realtà. Ecco perché vorremo dare rilievo alla nostra adesione e suscitare nuovi stimoli, proposte concrete, iniziative capaci di segnare un’autentica inversione di tendenza.
Già tante realtà diocesane hanno preso posizione con forza, seguendo le sollecitazioni arrivate dai vescovi.
Certo, molte delle nostre associazioni locali hanno già organizzato momenti di riflessione che con sensibilità e coraggio danno sostanza a quell’impegno educativo che rimane la nostra cifra distintiva. Ora, da un lato questo sforzo dev’essere incrementato e allargato ad altre forme di intervento, come il sostegno a tutti quei commercianti che non vogliono piegarsi alla logica dell’azzardo e rifiutano di installare le slot nei loro locali. Ma, allo stesso tempo, occorre agire su un piano culturale per incidere sulle scelte amministrative e politiche. Impegno complesso, ma non sarà tempo perso.