Attualità

INTERVISTA. Gigli: «Serve convergenza sui temi etici»

Gianni Santamaria mercoledì 6 febbraio 2013
L'obiettivo è «raggiungere una maggioranza trasversale» sui temi etici. Per la quale Gian Luigi Gigli, capolista alla Camera di Scelta Civica nel Friuli-Venezia Giulia, promette impegno «in prima persona». Il neurologo di Udine, già presidente mondiale dei medici cattolici e noto per essersi speso in prima persona per evitare la morte di Eluana Englaro, ci risponde appena uscito dall’incontro a Pordenone con Mario Monti dal titolo «Crescere con la solidarietà sociale». Per legare crescita e mondo della cooperazione. «Non è che ci occupiamo solo di bioetica. Occorre dare risposte alle fragilità delle persone», ricorda.Monti si appella spesso alla libertà di coscienza. L’assenza di posizioni esplicite può essere compensata dalla presenza di personalità come la sua?Lui ha distinto tra azione di governo e Parlamento, al quale sono demandati i temi etici. Importante è, dunque, chi vi siederà. All’interno delle nostre liste alla Camera e al Senato c’è, in posizione eleggibile, una larga pattuglia di persone che permettono di fare affidamento sulla tenuta riguardo a questi temi. Poi Monti stesso ha detto cose importanti, come sulla famiglia, che per lui è fondata sul matrimonio tra uomo e donna, aggiungendo che i figli hanno diritto a un padre e a una madre.Sulle unioni civili piccata è la risposta di Bersani, che si dice disponibile ad alleanze ma non a tutti i costi.Nemmeno noi siamo disposti a svendere la cosa principale in cui crediamo, la famiglia. Poi, Bersani sa meglio di me che le priorità del Paese sono altre: occupazione, ripresa, sostegno all’istituto familiare, che arranca. Se spostiamo il discorso su falsi obiettivi rischiamo di fare la fine di Zapatero che è riuscito a dare tutti i cosiddetti diritti civili, riconoscendo diritti perfino ai grandi primati, ma alla fine ha portato la Spagna al disastro economico.Nel suo schieramento ci sono i finiani, che al referendum sulla legge 40 furono a favore di quasi tutti i quesiti abrogativi. Quale dialogo è possibile?Innanzitutto lo stesso approccio "poliedrico" c’è in tutti gli schieramenti. Perciò sarà importante un lavoro di raccordo trasversale. Comunque, discutendo con le altre persone in lista ho sentito grande rispetto per il primato e la dignità della persona. E questa è una buona base su cui costruire una comune azione politica, anche se non riusciremo a trovare identità di vedute su tutto.Portare a termine la legge sulle Dat. Come la vede?Bisognerà fare i conti con i numeri, a urne chiuse. E va tenuto in conto che molte persone che avevano fatto un buon lavoro nella precedente legislatura sono state fatte fuori dal Pdl, come il mio amico Domenico Di Virgilio. Ma anche dal Pd, dove con le primarie è stata fatta terra bruciata. Vedremo, dunque, come sarà composto il prossimo Parlamento. Nel precedente hanno fatto melina. Resta, comunque, per me la necessità di una ridefinizione di alcuni punti fermi attorno al fine vita, sui quali va cercato il consenso. Come la questione se esista un diritto assoluto all’autodeterminazione e quali ne siano gli àmbiti e i limiti. O se la persona non sia anche un bene prezioso per tutta la società. In qualunque condizione di età o di disabilità si trovi.