Siria. Reazioni italiane, Gentiloni: attacco non da nostre basi
«L'Italia non ha partecipato» all'attacco in Siria e «il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria». Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in una dichiarazione sulla Siria a Palazzo Chigi. «Quella di stanotte - ha spiegato il premier - è stata un'azione circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione o diffusione delle armi chimiche, non può e non deve essere l'inizio di una escalation, l'Italia lo ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a farlo». «Purtroppo - continua Gentiloni - non è la prima volta che si usano armi chimiche da parte del regime siriano in questi anni di conflitto. A un secolo dalla fine della Prima guerra mondiale non possiamo rassegnarci all'idea che le armi chimiche tornino a essere utilizzate nei conflitti del nostro tempo: sono proibite da tutte le leggi e le convenzioni internazionali, le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci sono inaccettabili, non sono degne della nostra civiltà, le abbiamo viste di nuovo in questi giorni e non le possiamo più tollerare. Credo che questo impegni l'intera comunità internazionale a moltiplicare gli sforzi per impedire e prevenire l'utilizzo di armi chimiche».
I capogruppo M5s di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, hanno scritto questa mattina una lettera ai presidenti dei due rami del Parlamento, Maria Alberti Casellati e Roberto Fico, invitandoli a convocare «urgentemente», ovvero «già nelle prossime ore, delle commissioni speciali, anche in sede congiunta», affinché il presidente del Consiglio «possa informare» le forze politiche dell'andamento della crisi siriana. «Avevamo avanzato tale richiesta già nelle ore che hanno preceduto l'attacco odierno - spiegano Grillo e Toninelli - tuttavia non abbiamo ricevuto alcun riscontro, ecco perché oggi chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di farsi promotori di questa azione, individuando la cornice che ritengono più adeguata affinché il governo possa informarci sugli sviluppi in corso». «Il M5s - conclude la nota dei due capigruppo - pur restando al fianco dei propri alleati manifesta comunque preoccupazione per le forti divisioni che continuano a registrarsi in seno al Consiglio di sicurezza Onu».
Intanto la Conferenza dei capigruppo del Senato della Repubblica è convocata per lunedì 16 aprile alle ore 18. Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha già preso contatto con il presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, per una informativa urgente sulla situazione in Siria da tenersi fin dalla giornata di martedì 17 aprile.
Mentre su Twitter Matteo Salvini commenta l'attacco in Siria: «Stanno ancora cercando le "armi chimiche" di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi "missili intelligenti", aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi».
«Trump ha voluto avere al suo fianco la Francia e il Regno Unito - afferma il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi - questo vuol dire che dovremmo con sollecitudine avere un nostro governo. Questa crisi deve accelerare la sua formazione». In un primo momento il leader azzurro non vuole parlare della questione siriana e del commento del segretario leghista, poi da Campobasso, davanti alla telecamere, si lascia andare: «È un attacco a obiettivi precisi, contro siti legati alla produzione di armi chimiche che traduce il principio internazionale di condanna di tali armi».
Al Quirinale, però, non risulta nessuna accelerazione per la soluzione della formazione del governo in seguito all'aggravarsi della crisi siriana. Questa mattina infatti si erano diffuse in ambienti politici e giornalistici voci di un anticipo delle decisioni del presidente Sergio Mattarella che non risultano al Colle.
«L'azione militare di questa notte era prevedibile e per alcuni versi inevitabile - scrive in una nota il senatore Pier Ferdinando Casini - . Adesso è il momento della diplomazia e di rafforzare quel filo di relazioni tra Usa e Russia, che certamente non si è interrotto nemmeno in queste ore. Da ciò che sta avvenendo deriva un monito serio anche a noi italiani per dare al Paese una soluzione definitiva alla crisi di governo ed evitare una nostra condizione di inferiorità in una fase internazionale terribile. È per tutti, e in particolare per chi ha vinto le elezioni, il momento della responsabilità. Si lascino da parte gli slogan e si prenda atto che la campagna elettorale è finita».
«In queste ore di tensione e di grande ansia è necessario rilanciare il massimo impegno politico e diplomatico per bandire l'uso criminale di armi chimiche, fermare le violenze e restituire la parola al negoziato come unica strada per mettere fine al dramma che la Siria vive da sette anni». Lo dicono il segretario reggente Pd Maurizio Martina e il responsabile Esteri dem Piero Fassino. «Sosteniamo la posizione assunta dal governo e dal presidente Gentiloni e ogni iniziativa intrapresa dall'Unione europea e dall'Onu a cominciare dall'impegno del suo inviato Staffan De Mistura - proseguono -. In particolare riteniamo che la Conferenza internazionale sulla Siria convocata il 24/25 aprile a Bruxelles dovrà essere la sede per uno sforzo di responsabilità di tutta la comunità internazionale, in primo luogo dei Paesi che hanno il maggior ruolo in quella drammatica crisi».