La procura di Genova ha modificato il reato rubricato contro ignoti per il ferimento a Roberto Adinolfi contestando l'aggravante della finalità di terrorismo. È stato reso noto in procura. Fino ad ora il reato contestato era lesioni aggravate per l'uso dell'arma. L'attentato a Roberto Adinolfi "presenta alcune analogie con attentati delle Brigate rosse nei confronti di dirigenti Ansaldo negli anni '70". Lo ha detto il pm Nicola Piacente questo pomeriggio durante un briefing con la stampa. Non è giunta alcuna rivendicazione dell'attentato messo in atto ieri a Genova contro Roberto Adinolfi, l'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare colpito con un colpo di pistola alla gamba da due uomini poi fuggiti in scooter. Lo confermano i carabinieri di Genova che indagano sul caso e che intanto hanno terminato l'acquisizione dei filmati effettuati dalle telecamere di sorveglianza posizionate sulla via di fuga dei attentatori. Secondo la ricostruzione dei militari, i due hanno risalito corso Monte Grappa, hanno superato piazza Manin, sono scesi in via Assarotti e da lì in via Santi Giacomo e Filippo per approdare in via degli Orti Sauli dove hanno abbandonato il mezzo.Intanto Adinolfi nel corso del colloquio avuto lunedì col pm Silvio Franz, durato circa due ore, ha ricostruito l'evento. Ha confermato di avere visto i due sotto casa alla sua uscita, di essere stato seguito a piedi da uno dei due, che gli ha sparato alla gamba quasi a bruciapelo, e di averli visti fuggire in sella allo scooter. Il figlio della vittima aveva visto i due almeno venti minuti prima, quando era uscito di casa. Dunque gli attentatori hanno atteso a lungo l'uscita del loro bersaglio. Nel frattempo altri testimoni li hanno notati. I carabinieri li stanno identificando e raccoglieranno le loro testimonianze.Domani alle 12,30 il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, riferirà in Aula alla Camera sull'accaduto. Inmattinata, il deputato del Pd, Roberto Giachetti, aveva chiesto al governo di riferire in Parlamento sulla vicenda.